Borsellino, a giudizio a Caltanissetta i 3 poliziotti per depistaggio
Il gip di Caltanissetta Graziella Luparello ha rinviato a giudizio per calunnia aggravata i poliziotti Fabrizio Mattei, Mario Bo, e Michele Ribaudo, accusati del depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta. I tre poliziotti facevano parte del pool investigativo che indagò sulle stragi mafiose del '92 di via D'Amelio e di Capaci. Il pool era coordinato da Arnaldo La Barbera (morto nel 2002). Gli investigatori, secondo l'accusa, avrebbero costruito a tavolino ‘falsi pentiti’ come Vincenzo Scarantino e, anche con minacce, li avrebbero indotti a mentire e a incolpare dell'eccidio persone innocenti. Da qui l'accusa per tutti e tre di calunnia in concorso coi finiti collaboratori di giustizia ai danni di chi venne tirato in ballo ingiustamente nell'indagine. In sette vennero condannati all'ergastolo sulla base delle dichiarazioni dei pentiti creati a tavolino dal pool di inquirenti. Solo le nuove indagini aperte dalla Procura di Caltanissetta grazie alla collaborazione del boss Gaspare Spatuzza hanno consentito di riscrivere il capitolo della fase esecutiva dell’attentato inquinato dalle false ricostruzioni. I sette condannati sono stati assolti nel giudizio di revisione e oggi, come parti offese della calunnia, sono parte civile nel procedimento ai tre investigatori. Ai poliziotti la Procura di Caltanissetta - le indagini sono state coordinate dal pm Stefano Luciani - ha contestato anche l’aggravante dell’avere favorito Cosa nostra. Il depistaggio dell’inchiesta avrebbe di fatto consentito a esponenti mafiosi realmente implicati nell’attentato di restare fuori dall’indagine e avrebbe rafforzato l’intera organizzazione criminale. Il gip ha fissato la data del processo ai tre poliziotti che si troveranno davanti al tribunale il 5 novembre
NEGATA LA PARTE CIVILE AI NIPOTI DEL GIUDICE
l gip di Caltanissetta Gabriella Luparello ha respinto la richiesta di costituzione di parte civile dei nipoti del giudice Paolo Borsellino e del comune di Palermo presentata all'udienza preliminare a carico di tre poliziotti accusati di avere depistato le indagini sulla strage di via d'Amelio. Secondo il giudice l'istanza sarebbe tardiva perché il procedimento è in Fase finale. Dopo la decisione del magistrato è cominciata la discussione del Pm. Davanti al gip ci sono Fabrizio Mattei ex ispettore di Polizia ora in pensione, Mario Bo (non presente in aula), dirigente della Polizia di Stato, e l'agente Michele Ribaudo, tutti, nel '92, nel pool investigativo che indagò la strage di via d'Amelio costata la vita a Paolo Borsellino e agli agenti della scorta. I poliziotti sono accusati di calunnia aggravata dall'avere favorito cosa nostra: avrebbero imbeccato falsi pentiti costringendoli, anche con minacce, ad accusare della strage persone innocenti e creando una verità di comodo sull'eccidio. Alla scorsa udienza sin sono costituiti parte civile i figli del giudice Borsellino e della sorella del magistrato, deceduta, Adele, cinque degli accusati ingiustamente dai falsi pentiti e il fratello del magistrato. I loro legali hanno citato in giudizio come responsabile civile la presidenza del consiglio dei ministri e il ministero dell'Interno.