"Siamo davanti a un decreto di sequestro dei beni dell'editore Mario Ciancio che mette fine al monopolio dell'informazione nella seconda città siciliana". Lo afferma Libera plaudendo "al lavoro compiuto dalla Procura di Catania". "Il processo per concorso esterno in associazione mafiosa contro Ciancio - afferma l'associazione fondata e presieduta da Don Luigi Ciotti - ci vede costituiti parte civile, così come ci ha visti impegnati da sempre come Libera e come Libera Informazione nel denunciare fuori dalle aule dei tribunali le distorsioni delle notizie, dei silenzi informativi, degli assurdi e ingiustificabili divieti di pubblicazione di necrologi delle testate facenti capo all'editore catanese". "Vogliamo, però, rivolgere il nostro pensiero a Roberto Morrione e a Santo della Volpe che con Libera Informazione hanno intrapreso e vinto la battaglia contro l'anomalia catanese del sistema Ciancio - prosegue - essere riusciti a ottenere che la cronaca regionale del quotidiano la Repubblica venisse distribuita anche a Catania". Libera ora chiede che "venga posta particolare attenzione alla situazione dei tanti lavoratori del sistema mediatico di Ciancio (giornalisti, grafici, operatori tv) alcuni dei quali non ricevono da mesi il loro stipendio. Non si può permettere che anche questa volta ci sia chi dica che le azioni antimafia sono di ostacolo all'occupazione".