Mafia, 36 anni dalla morte di Dalla Chiesa: l'Italia lo ricorda
"Nella ricorrenza del trentaseiesimo anniversario del vile agguato di via Isidoro Carini, rendo commosso omaggio alla memoria del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, della signora Emanuela Setti Carraro e dell'agente di scorta Domenico Russo". Lo afferma il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Nella lotta alle organizzazioni terroristiche e mafiose, condotta con inflessibile vigore e nella consapevolezza del rischio estremo cui essa lo esponeva, il generale Dalla Chiesa ha dato esempio eccezionale di fedelta' ai valori della democrazia, di difesa della legalita' e dello stato di diritto, sino al prezzo della vita. Il suo impegno generoso e intelligente ha fatto si' che strumenti e metodi innovativi rendessero piu' incisiva l'azione della Repubblica contro le piu' pericolose forme di criminalita'. Vivo e' il ricordo della carica di umanita' e del rigore morale che hanno accompagnato l'azione di Carlo Alberto Dalla Chiesa nei diversi territori ed incarichi nei quali ha servito il Paese, anteponendo il bene comune ad ogni altro interesse". "Dal sacrificio suo e delle altre vittime della barbara violenza mafiosa, che susciteranno sempre dolore e indignazione profondi - prosegue Mattarella -, le istituzioni e la societa' traggono tutt'oggi energia e determinazione per riaffermare i valori della convivenza democratica, nell'assoluto ed irrinunciabile rifiuto della cultura della violenza, della prevaricazione e della sopraffazione, tipiche di ogni azione criminale. Nell'impegno di quanti agiscono quotidianamente a difesa della liberta', della giustizia e della civile convivenza, vive la memoria della loro testimonianza. Con questo spirito, rinnovo alle famiglie Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo la solidale vicinanza mia e dell'intera comunita' nazionale".
"C'e' chi si sporca le mani per non far morire la speranza ai cittadini onesti e chi osserva da una comoda poltrona. Il Generale Dalla Chiesa scelse di combattere la mafia sul campo rendendosi disponibile per gli incarichi piu' scomodi e rischiosi". E' questo il messaggio del Sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo nell'anniversario della strage di via Carini dove persero la vita il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente Domenico Russo. "Il loro ricordo - prosegue Tofalo - e' tenuto vivo dalle donne e uomini dei Carabinieri, di tutte le Forze Armate e di Polizia che servono la collettivita' e le Istituzioni con profondo senso del dovere, fedeli alle Istituzioni e all'Italia".
"Il generale Dalla Chiesa e' ancora oggi, a distanza di 36 anni dal feroce attentato nel quale perse la vita assieme alla giovane moglie e a un agente della scorta, uno dei simboli dell'Italia migliore". Cosi' il Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati che, in una dichiarazione, aggiunge: "La sua determinazione, le sue straordinarie capacita' investigative, la sua rigorosa onesta', rappresentano un esempio da seguire per quanti con coraggio proseguono la lotta contro l'arroganza, la prepotenza e la violenza mafiosa. Il bisogno di legalita' e la speranza degli italiani onesti crescono e si fortificano anche tenendo vivo il ricordo di uomini come il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che, dalla lotta partigiana a quella contro terrorismo e mafia, fu sempre con generosita' e competenza al servizio del suo Paese", conclude il Presidente del Senato.
"Mi viene spontaneo ricordare il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa con una parola, che e' 'esempio'. Egli ha impostato tutta la sua vita nel cercare di dare un esempio agli altri, tutti noi abbiamo fatto riferimento a quell esempio irraggiungibile". Lo ha affermato il comandante dell'Arma dei Carabinieri, Giovanni Nistri, intervenendo a conclusione della cerimonia religiosa celebrata nella cappella della Caserma Dalla Chiesa a Palermo, dove si sono svolte le celebrazioni per il trentaseiesimo anniversario dall'assassinio del generale, della moglie Emanuela Setti Carraro e dell'agente Domenico Russo.
"In quella A112 martoriata dai colpi - ha aggiunto Nistri c'era la forza di un esempio, quello di uno Stato e del suo grande servitore che ha sempre dato un eccelso senso del dovere alle sue azioni. Un uomo, un ufficiale, un dirigente altissimo dello Stato che non ha mai avuto paura di metterci la faccia". Nistri ha salutato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il prefetto Antonella De Miro, i familiari delle vittime, le forze armate e di polizia e ha ringraziato i delegati delle rappresentanze militari. "In particolare ringrazio tutti i carabinieri della Sicilia - ha aggiunto - che ogni giorno cercano di essere all'altezza di quell' esempio, un grazie a tutti voi".
"Desidero rivolgere i miei sentimenti di affettuosa vicinanza e solidarieta' a tutti i partecipanti agli eventi oggi organizzati in memoria del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, della sua consorte, Emanuela Setti Carraro e dell'agente della Polizia di Stato, Domenico Russo, assassinati il 3 settembre del 1982 a Palermo". Lo scrive i il presidente della Camera, roberto Fico, in occasione dell'anniversario dell'uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, della moglie Emanuela Setti Carraro e dell'agente di scorta Domenico Russo.
"Sempre in prima linea nel suo impegno quotidiano, Dalla Chiesa porto' avanti un'azione rigorosa ed efficace di contrasto al terrorismo e alla criminalita' organizzata. La sua morte fu un gravissimo colpo per lo Stato che non riusci' a proteggere uno dei suoi uomini migliori. Nella battaglia contro la mafia - osserva Fico - Dalla Chiesa aveva ben chiara la fragilita' di ampie zone del nostro Paese rispetto alla pervasiva capacita' di infiltrazione e di condizionamento criminale. Non manco' di richiamare l'esigenza di sviluppare sistemi investigativi e repressivi innovativi e pose l'attenzione sulla necessita' di coinvolgere tutta la societa' nell'attivita' di contrasto quotidiano alla criminalita' organizzata. Era infatti consapevole - prosegue il presidente della Camera - che la lotta contro la mafia e' assolutamente impari se ad essa non concorrono tutte le forze sane della societa'; se, di fronte al degrado o alle ingiustizie, lo Stato e' colpevolmente latitante e le Istituzioni e la politica non sanno farsi carico dei diritti e delle esigenze dei cittadini; se, gia' nelle famiglie e nelle scuole, i giovani non vengono educati ai valori della legalita' e dell'onesta'; se, in definitiva, non vi e', da parte di tutta la collettivita', una risoluta reazione etica e culturale volta a sbarrare il passo ai metodi dell'intimidazione e alla logica della corruzione.
Nessuna commemorazione puo' avere dunque senso se non accompagnata da una seria riflessione su come il modello di azione e di pensiero del Generale Dalla Chiesa sia diventato parte integrante di un percorso di riscatto del Paese dalla criminalita' organizzata. Egli - sottolinea Fico - non aveva di certo la pretesa di sconfiggere, da solo, la mafia; ma nutriva, senza dubbio, l'ambizione di indicare un percorso, di lasciare un segno, una lezione che non fosse poi andata dispersa e dimenticata. E' questo il nostro compito, la visione ideale che ognuno di noi deve fare propria, l'orizzonte a cui indirizzare il nostro agire, ciascuno secondo i propri ruoli e le proprie responsabilita'", conclude il presidente della Camera.
"Oggi ricordiamo il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ucciso insieme alla giovane moglie e ad un agente della scorta 36 anni fa. Non bisogna abbassare mai la guardia. Non c'e' sviluppo, occupazione e crescita sociale senza legalita' e sicurezza del territorio". Lo scrive su twitter la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, nel giorno del 36esimo anniversario dell'attentato di via Carini.