Addio all'ora legale, l'Unione Europea ne valuta l'abolizione
Una valanga di risposte, ben 4,6 milioni, il numero più alto mai ricevuto da una consultazione pubblica Ue. E' il risultato del dibattito acceso a Bruxelles dai Paesi del Nord e Baltici sull'ora legale, che questi chiedono di abolire ritenendone superate le ragioni quale il risparmio energetico e adducendo anche motivi di sanità pubblica come i costi dei disturbi del sonno provocati dal cambiamento orario.
I risultati, secondo indiscrezioni della stampa tedesca dove lo stop allo spostare le lancette è anche da mesi al centro del dibattito, vedrebbe una schiacciante maggioranza delle risposte, pari all'80%, favorevole all'abolizione dell'ora legale. Allo stesso tempo però, i rispondenti, secondo altre fonti, sarebbero per quasi due terzi (3 milioni) solo tedeschi. La questione è ora nelle mani della Commissione Ue, che ne pubblicherà a breve i risultati ufficiali, forse già domani, e presenterà poi le sue raccomandazioni sul da farsi.
"Non è un referendum, è una consultazione, e terremo conto nella nostra analisi in modo debito di tutti gli aspetti legati ai contributi ricevuti" oltre ad altri studi e rapporti, ha assicurato il portavoce della Commissione Ue Margaritis Schinas, ricordando che anche il Parlamento europeo dovrà esprimersi. Il tema intanto è finito anche sul tavolo del 'conclave' dei commissari a Genval, dove è in corso il seminario annuale del Collegio dopo la pausa estiva per preparare il discorso sullo stato dell'Unione (previsto il 12 settembre) e il programma di lavoro, in questo caso gli ultimi del mandato della Commissione Juncker.
L'esecutivo comunitario ha condotto la consultazione su richiesta dell'Europarlamento. Il dossier è stato aperto in seguito alle richieste di alcuni Paesi tra cui Finlandia e Lituania a cui si sono aggiunti Estonia, Svezia e Polonia, ed è sostenuto anche da alcuni eurodeputati liberali tedeschi che a febbraio avevano presentato una risoluzione. La direttiva Ue che armonizza il passaggio ora solare-legale è del 2000, ma nella maggior parte dei Paesi questo veniva applicato già prima ed è stato usato per la prima volta durante la Prima guerra mondiale.