Ragusa, infrastrutture a rischio: oltre i ponti anche il Tribunale
Un vertice in Prefettura, a Ragusa, per parlare di infrastrutture nel territorio ibleo e, di conseguenza, di sicurezza. Il prefetto, Filippina Cocuzza, nella nota diffusa dopo la riunione, ha affermato che “fortunatamente, in provincia di Ragusa, non ci sono criticità, grazie al territorio che ci aiuta”. Se alla base di questa, come di altre riunioni in tutta Italia, non ci fosse la tragedia del crollo del ponte Morandi di Genova, si potrebbe catalogare il report del palazzo del governo come “un’ode alla dea bendata”.
Ne è convinto anche l’avvocato Enzo Galazzo, portavoce del comitato pro tribunale di Modica a proposito della vicenda legata alle garanzie di sicurezza del Palazzo di giustizia di Ragusa.
“Mi permetto di non confidare più di tanto nella fortuna – afferma Galazzo in un documento inviato anche al prefetto di Ragusa - specie se le carte dicono il contrario”. Galazzo si riferisce, in particolare, alla comunicazione del 3 ottobre 2013 a firma del Presidente e del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa trasmessa anche al Prefetto del tempo, con la quale - richiamate le relazioni del responsabile del servizio di protezione e prevenzione del luglio 2010 - veniva sollecitata con la massima urgenza l’esecuzione delle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria nel Palazzo di giustizia di via Natalelli che ospita gli uffici del Tribunale di Ragusa. E nell’ottobre 2013 il responsabile del servizio affermava che ”la struttura nel suo complesso presenta criticità strutturali”.
Ma c’è di più. Il 25 gennaio di quest’anno, il capo del Genio civile di Ragusa, con un suo parere scritto, affermava che “le costruzioni destinate ad uffici giudiziari rientrano, a norma di legge, tra le categorie degli edifici che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso per i quali occorre considerare, in fase di verifica statica, azioni sismiche più gravose rispetto agli edifici ordinari”: dovrebbero, insomma, poter sopportare sollecitazioni più forti rispetto ad un edificio civile. Le criticità strutturali denunciate già nel 2013 avevano trovato conferma in un parere esclusivamente tecnico, proveniente dal capo del Genio civile di Ragusa.
Dal 2010 ad oggi, però, nel palazzo di via Natalelli, non c’è traccia di interventi di manutenzione, né ordinari, né straordinari. In verità, un intervento è stato fatto ed è probabilmente abusivo, proprio in un luogo dove si combattono le illegalità e gli abusi: un manufatto, al terzo piano, che avrebbe dovuto essere utilizzato come archivio. Ma, a quanto pare, nessuno ha voluto collaudarlo per destinarlo a questo uso. Lecito dubitare della sua conformità urbanistica.
Come è facile dedurre, i problemi non riguardano solo i ponti e i viadotti. Ci sono altre strutture da tenere sotto osservazione e crediamo che, tra queste, ci sia anche il Palazzo di giustizia di Ragusa. Pensiamo che, saggiamente, la Prefettura lo abbia posto tra le priorità nell’elenco delle infrastrutture del territorio ibleo più vulnerabili. Non è difficile, anche perché ci sono relazioni, denunce e documenti tecnici che parlano chiaro. E non ci sembra né pretestuoso, né provocatorio ricordare che, a 12 chilometri da Ragusa, esiste, a Modica, un Palazzo di giustizia moderno, antisismico, sicuro che è stato dimenticato e immolato sull’altare di una riforma della geografia giudiziaria dimostratasi fallimentare. E, questo, non è un inno alla fortuna: vuole essere solo un invito ad evitare eccessi di ottimismo e a fare quello che la legge, le responsabilità e il buon senso impongono di fare.