Papa in Sicilia, Lorefice: "Palermo è viva, ma serve un nuovo slancio"
La Chiesa di Palermo si prepara ad accogliere "con spirito di fede, di profonda gioia e di filiale e fraterna gratitudine", Papa Francesco, nella ricorrenza del 25esimo dell'uccisione del beato martire Giuseppe Puglisi, "sacerdote del Signore, missionario del Vangelo, formatore delle coscienze e promotore della giustizia sociale". Sono le parole dell'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, a un mese dalla visita del pontefice atteso il 15 settembre prima a Piazza Armerina e poi nel capoluogo siciliano. "Una provvidenziale, felice e favorevole opportunita'", per don Corrado, "non solo per la Chiesa e i cristiani di Palermo ma anche per la nostra amata e martoriata Sicilia. Non serve per compiacerci! Non ci stiamo apprestando a vivere un grande spettacolo! Preparandoci a questa visita noi ci riconsegniamo alla bellezza dell'Evangelo che abbiamo ricevuto e ascoltato, impegnando la nostra esistenza ad una continua conversione e a una condivisione appassionata, entusiasta e creativa della Parola in cui tutti possono trovare ristoro ed energia di vita". D'altra parte, aggiunge Lorefice, "non e' stato questo il tratto umano e pastorale che ha caratterizzato l'intero ministero di don Pino Puglisi e che tanto ha inciso nella coscienza ecclesiale e civile della nostra amata Chiesa palermitana, in particolare nella vita di tanti giovani?". Si tratta, allora, di capire meglio il cammino fatto e quello che ci attende, di "tirare fuori dalla ricca e significativa testimonianza millenaria della nostra Chiesa cose nuove e cose antiche per continuare ad essere, "con slancio missionario in mezzo alla nostra gente, tra le nostre case, in vista del compimento del Regno".
La citta' secolarizzata "e' sotto i nostri occhi". Eppure, sottolinea il vescovo di Palermo, "quanto attuali restano il Vangelo e il suo messaggio! Quanto intenso e profondo e' l'anelito degli uomini e delle donne di oggi alla felicita', ad un mondo piu' giusto, riscattato dal male, dalla sofferenza, dall'ingiustizia, dalla lacerazione del peccato (mai privo di conseguenze 'sociali'), dalle tante morti e dalla morte". Nella nuda e concreta storia "della nostra gente si riconoscono segni, forse anche inconsapevoli, di una fede audace, di una carita' feriale, di una speranza incrollabile". Ecco, in questo contesto si chiede Lorefice, "che cosa viene a fare il Papa il prossimo 15 settembre? Iniziamo sin d'ora a rispondere a questa domanda, appoggiandoci allo stesso insegnamento di Papa Francesco, che in questi anni del mio ministero episcopale tra voi abbiamo cercato di recepire insieme, sinodalmente, come Chiesa di Palermo. Il Papa viene a dirci che la nostra venerata e antica Chiesa palermitana, non esente dalla scristianizzazione e dalla secolarizzazione, e' chiamata a riconoscere questo momento come una provvidenziale e propizia chiamata ad un annuncio cristiano che si concentri 'sull'essenziale, su cio' che e' piu' bello, piu' attraente e, allo stesso tempo, piu' necessario'". Il Papa viene "per entrare nello spirito e nella 'carne' della nostra terra e del nostro popolo, per aiutarci ad essere Chiesa-casa tra le case, evangelizzatori prossimi e gioiosi, comunita' cristiane capaci di riflettere la luce di Cristo che, come la luna, brilla di luce riflessa nella Chiesa". Il Santo Padre "viene a chiederci di essere una Chiesa in uscita dalle proprie mura, una Chiesa che non annuncia una verita' dall'alto delle proprie sicurezze, ma semplicemente il Vangelo di Gesu' di Nazareth, Figlio di Dio fattosi carne, nell'umile consapevolezza di poter essere credibile solo camminando sulla strada di tutti. Una Chiesa 'nunzia', 'prossima', 'povera', che beva fino in fondo il calice della vita ordinaria e del tempo feriale, dentro le tante emergenze sociali del nostro territorio, li' dove il volto umano e' rigato dal dolore e sfigurato dal peccato, li' dove abitano i vinti e gli scartati della Terra, dove stanno le vittime delle ingiustizie umane e dei poteri carsici e mafiosi". Il Papa "viene a sostenere la Chiesa di Palermo, viene nel cuore di questa meravigliosa citta' per chiamarla a ripartire con lo sguardo sempre acuto del Vangelo, con la parola della grazia di Dio per ogni uomo, con l'amore a noi donato, che dobbiamo offrire ad ogni fratello, dal piu' vicino al piu' lontano. Attendiamo cosi' Papa Francesco! In sincero atteggiamento di ascolto. Sara' questo il miglior benvenuto e il piu' grande ringraziamento da tributare a lui, vescovo di Roma e fratello nella fede, che viene a visitarci nella gioia del Vangelo! Vi abbraccio tutti con affetto e vi benedico largamente".