Consumi, Report Sicilia: "Nel 2018 crescita moderata"
"Crescita assai moderata per l'economia siciliana nella prima parte di quest'anno anche per la debolezza dei consumi delle famiglie residenti, consumi frenati anche dalla poco favorevole dinamica dell'occupazione". Lo afferma Pietro Busetta, responsabile scientifico del Report Sicilia, commentando i dati del Report Sicilia, realizzato dal Diste Consulting per Fondazione Curella. "Nonostante la spesa sia contratta - ha proseguito Busetta - si e' tuttavia affiancata una positiva accelerazione degli investimenti in beni strumentali, sostenuti, tra l'altro, dagli incentivi fiscali dovuti alle leggi di bilancio dell'ultimo biennio".
Il modesto recupero dell'economia, emerso negli anni recenti, non arresta la disoccupazione che continua a rappresentare un problema sociale di massima importanza: colpite nel primo trimestre scorso piu' di 400 mila persone. Inclusi anche coloro che "non cercano attivamente un'occupazione", ma sarebbero disponibili a lavorare qualora se ne presentasse l'occasione, il numero dei disoccupati "potenziali" sfiora il milione. Se s'includessero le persone che svolgono non volontariamente un'attivita' a tempo parziale il numero sarebbe ancora piu' inquietante.
Il tasso di disoccupazione "ufficiale" si e' aggirato nel primo trimestre intorno al 23,1% (1,1 punti in piu' dell'anno precedente), mentre il "tasso di mancata partecipazione" comprese le persone che non cercano "attivamente" lavoro ha toccato il 41,6% (41,3% nel primo trimestre 2017).
La spesa dei residenti quest'anno continuera' a risentire, oltre che della precarieta' del mercato del lavoro, delle condizioni di disagio di larghi strati della popolazione: si stimano circa 1 milione e 700 mila siciliani in condizioni di poverta' relativa, dei quali quasi 700 mila in poverta' assoluta (100.000 in piu' dell'anno precedente), 1,3 milioni di famiglie che non possono far fronte a spese impreviste, 330 mila giovani (tra i 15 e i 29 anni d'eta') che non studiano e non lavorano. In Emilia Romagna, una delle regioni piu' sviluppate del Paese - aggiunge Pietro Busetta - il tasso di disoccupazione del primo trimestre e' pari al 6,5% - era al 7,0% dodici mesi prima - mentre il tasso di occupazione arriva al 68,4%. Un semplice calcolo dimostra che per pervenire a quei parametri ottimali gli occupati in Sicilia dovrebbero ammontare a non meno di 2 milioni 250 mila unita', per cui mancherebbero all'appello circa un milione di lavoratori".
"Nel secondo semestre, si prefigura una lieve, ulteriore accelerazione della domanda e della produzione delineata gia' nel primo semestre e un ritorno in territorio positivo dell'occupazione, dopo la de'bacle del primo trimestre (-0,7% su base annua). L'aumento del PIL e' stimato pari allo 0,9%, un tasso prossimo a quello del 2017 (+0,8%) ma migliore della "crescita zero" di due anni fa", osserva Alessandro La Monica, presidente Diste Consulting.
La fase di debole recupero dell'occupazione segnalata nel 2017 (+1,1%) rallentera' allo 0,7%, con la creazione netta di appena 9.000 posti di lavoro, mentre il tasso di disoccupazione si stabilizzera' intorno al 21,3%, solo 0,2 punti in meno del 2017. I consumi delle famiglie (residenti e non), conserveranno una dinamica modesta (+0,7%) sostenuta per la maggior parte dall'espansione della spesa dei non residenti, mobilitati tra l'altro dagli eventi collegati al riconoscimento della citta' di Palermo quale Capitale Italiana della Cultura 2018. Una grande mano all'economia siciliana, si sottolinea nel report, arrivera' dall'ulteriore crescita degli investimenti di sostituzione di macchinari e attrezzature (+3,6% dal +3,1% del 2017), incoraggiati dalle agevolazioni fiscali riconfermate o rafforzate dall'ultima legge di bilancio, dall'accresciuta disponibilita' delle banche a concedere prestiti e dal basso costo del denaro, dalla necessita' di rimpiazzo di equipaggiamenti ormai obsoleti. Per gli investimenti in costruzioni si sconta un incremento del 2,1% (+0,6% nel 2017) ricollegato alla costante progressione degli interventi di riqualificazione ed efficienza energetica del patrimonio immobiliare, alla discreta rianimazione dell'attivita' nel comparto della costruzione d'immobili destinati ad attivita' economiche, nonche' alla frenata della tendenza cedente degli investimenti del segmento abitativo. Al contrario, si manterra' parecchio depresso il segmento dei lavori pubblici a causa della vischiosita' nell'utilizzo dei fondi europei e della farraginosita' dei meccanismi di spesa.
Sul versante della produzione tutti i grandi rami di attivita' segneranno aumenti, sia pure discordanti. Nell'industria in senso stretto il valore aggiunto registrera' un incremento in volume prossimo al 2,2%, in lieve regresso rispetto alla dinamica del 2017 (+2,6%) favorita dall'ottima performance delle esportazioni di manufatti. Per l'agricoltura, silvicoltura e pesca si stima una crescita del 3,2% che recupera una parte del calo precedente (-4,2%). Il valore aggiunto prodotto dal settore delle costruzioni conseguira' un incremento dell'1,8%, dopo l'impercettibile rianimazione segnalata nel 2017 (+0,3%). Nel variegato insieme di attivita' dei servizi si prevede il proseguimento - con analoga cadenza - della fase di risalita inaugurata due anni fa (+0,7%).
"Va chiarito - sottolinea Alessandro La Monica - che nonostante la maggior parte degli indicatori rilevino dinamiche congiunturali positive, gli effetti della crisi sono stati talmente devastanti per il gia' debole tessuto produttivo siciliano che i benefici sono assolutamente irrilevanti. La crescita del PIL dello 0,9% prevista per il 2018 e dell'1,2% stimata per il 2019, l'occupazione sempre su dinamiche positive sia quest'anno che l'anno venturo, il tessuto delle imprese in crescita di oltre un punto, gli investimenti che viaggiano con incrementi abbondantemente oltre i tre punti - continua La Monica - non sono certo sufficienti ad alleviare una situazione di grave disagio con un pesante tasso di disoccupazione e 250.000 famiglie su un totale di 2 milioni in condizione di poverta' assoluta, le 13.300 imprese scomparse, non possono sradicare la percezione che la crisi non e' finita", conclude La Monica.