Tour de France, Nibali cade per colpa di una moto, forse frattura di una vertebra
La mitica salita dell'Alpe d'Huez, sui cui tornanti si sono spesso decisi i Tour de France, questa volta rischia di trasformarsi in una beffa per Vincenzo Nibali, che sogni di gloria coltivava alla vigilia della Grande Boucle 2018. Beffa non perche' rimasto attardato dagli altri big ma perche' a 3 km dal traguardo che chiudeva il trittico alpino e' stato vittima di una caduta che ha dell'incredibile per la dinamica: tanta folla sui due lati della stretta strada che s'inerpica e il rallentamento improvviso di die due moto della Gendarmerie di scorta, e il capitano della Bahrain Merida finisce per terra. Lo 'squalo dello Stretto' si e' rialzato e seppur molto dolorante ha ripreso a pedalare ed ha cercato di rientrare tra i primi, accusando alla fine un ritardo di appena 13 secondi dalla maglia gialla Thomas, da Domuolin, Bardet e Froome. Anzi deve proprio a Froome questo ritardo cosi' contenuto: saputo della caduta di Nibali, il capitano del team Sky ha praticamente imposto agli altri di procedere a ritmo basso, si sono schierati l'uno accanto all'altro chiudendo la strada a eventuali fuggitivi. Poi Bardet ha rotto il patto, seguito da Dumoulin e a quel punto anche gli altri sono andati dietro. Ma il peggio e' arrivato dopo per Vincenzino: sembra che abbia riportato la frattura di una vertebra e quindi a questo punto proseguire il Tour sarebbe impossibile, non ci sarebbero rimedi possibili. Sono in corso accertamenti piu' approfonditi nell'ospedale di Grenoble e sono piu' tardi si sapra' o domani di prim'ora si sapra' se Nibali prosegue o meno la corsa a tappe. Intanto il suo team ha fatto ricorso per avere il tempo dei migliori, ovvero ottenere lo stesso trattamento che qualche anno fa era stato riservato a Froome, il quale in maglia gialla era caduto a causa di una moto della carovana ed aveva percorso un tratto in salita a piedi fino a quando l'ammiraglia Sky non aveva potuto dargli un'altra bici e la giuria non lo penalizzo' sul tempo perduto.
Subito dopo aver tagliato il traguardo, Nibali ai microfoni degli inviati italiani ha ricostruito la dinamica dell'incidente, riferendo che in quel tratto la strada e' diventata piu' stretta e non c'erano barriere; c'erano due moto della Gendarmerie, e quando Froome ha accelerato per riprendere Bardet che era scattato ed aveva preso un vantaggio di una decina di secondi lui l'ha seguito, "mi sentivo bene". Un contraccolpo che sulle prime gli ha anche quasi mozzato il respiro, le immagini televisive hanno mostrato l'espressione di sofferenza sul volto di Nibali. Il ciclista siciliano e' stato aiutato a rialzarsi ed e' ripartito, sperando che la caduta non gli avesse provocato conseguenze piu' serie di quel dolore immediato.
Eppure sembrava la giornata giusta per tentare un attacco: "Avevo provato uno scatto prima per capire come stavano gli altri, ero pronto a partire nel finale, la gamba girava bene, avevo delle buone sensazioni". E l'attacco mosso a una decina di km dall'arrivo era una prova per capire la condizione degli altri e provare il tutto per tutto piu' in prossimita' della vetta, ha spiegato. Rammaricandosi per come poi invece sia finita. Un Nibali che comunque da gran signore non infierisce sull'organizzazione: "Sono cose che possono accadere, c'e' tanta gente e pubblico, quando ci sono i restringimenti puo' accadere". Certo, quello era anche il tratto piu' difficile e impegnativo della salita, si sapeva che c'era tanta gente assiepata e il rischio di avere i ciclisti a pochi centimetri di distanza c'era tutto. Ed anche le moto devono andare molto lente e gli stop improvvisi fanno il resto. Domani si sapra' se Nibali va avanti o meno.