Omicidi ed estorsioni, decapitata la famiglia mafiosa di Riesi
Venticinque arresti nella vasta operazione antimafia "De Reditu" dei carabinieri del Comando provinciale di Caltanissetta. Sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidi, estorsioni, produzione e traffico di sostanze stupefacenti. Colpito duramente il clan di Riesi. Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo con la collaborazione della Stazione carabinieri di Riesi, e coordinate dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia nissena, hanno permesso di far luce su recenti episodi di produzione e traffico di marijuana, estorsioni e reati concernenti le armi sia comuni che da guerra, nonche' sui mandanti o esecutori di numerosi omicidi o tentati omicidi avvenuti a partire dai primi anni Novanta. Una scia di sangue collocata nell'ambito della guerra di mafia che per circa un decennio ha insanguinato Riesi e altre citta' nella contrapposizione tra cosche Cosa nostra e formazioni della Stidda particolarmente forti proprio nella parte centro-meridionale dell'Isola. Alle contrapposizioni si sono aggiunte, nel riesino, condizionate dalla frattura interna a Cosa nostra dopo l'arresto di Salvatore Riina, quelle interne alla stessa cosca mafiosa, a causa della volonta' di alcuni affiliati di scalzare dal comando gli appartenenti alla famiglia di sangue Cammarata. Una complessa attivita' investigativa, condotta con numerose attivita' di tipo tecnico e con servizi di osservazione e pedinamento, avviata nel 2014 per monitorare le attivita' svolte dagli appartenenti ad una delle cosche mafiose storicamente piu' rilevanti in ambito provinciale grazie, soprattutto, alla riconosciuta autorevolezza dei fratelli Pino e Vincenzo Cammarata che si sono avvalsi, dopo le rispettive catture, principalmente dei familiari ancora in stato di liberta'. Le attivita' hanno permesso di dimostrare come ancora oggi mantengano un indiscusso controllo sul territorio tanto da poter ancora imporre il pizzo. Uno degli appartenenti al gruppo criminale, Daniele Fantauzza, inoltre, aveva creato, con soggetti esterni, una associazione per delinquere finalizzata alla produzione di marijuana, attivita' che e' stata condotta su scala quasi industriale tanto che, in due anni, sono state sequestrate piantagioni per oltre 4 mila piante e 250 chili di droga. Il gruppo risulta avere canali di smercio con altre provincie dell'Isola approfittando anche dei collegamenti favoriti dall'appartenenza di Fantauzza alla cosca mafiosa. I proventi della produzione erano destinati in parte, e per volere del capo, al reperimento delle risorse necessarie al sostentamento degli affiliati. Importante collaborazione nell'operazione dei rispettivi comandi provinciali dell'Arma nelle provincie di Caltanissetta, Monza ed Ascoli Piceno. Gli arrestati sono stati ristretti presso le case circondariali fatto salvo per 5 per i quali il gip ha disposto la misura degli arresti domiciliari.
In carcere sono finiti Calogero Altovino, 27 anni, Michelangelo Amorelli, 45 anni, Carmelo Arlotta, 48 anni, Francesco Cammarata, 57 anni, Gaetano Cammarata, 44 anni, Giuseppe Cammarata, 41 anni, Maria Catena Cammarata, 64 anni, Carlo Crapanzano, 53 anni, Giuseppe Di Buono, 33 anni, Giuseppe Di Garbo, 77 anni, Daniele Fantauzza, 36 anni, Ezio Fantauzza, 30 anni, Angelo Ficicchia, 64 anni, Gaetano Ficicchia, 29 anni, Rocco Ficicchia, 60 anni, Gaetano Forcella, 44 anni, Rosolino Li Vecchi, 57 anni, Gaetano Lombardo, 67 anni, Rosario Marotta, 40 anni, Rocco Turco, 45 anni. Ai domiciliari Franco Bellia, 47 anni, Daniele Correnti, 53 anni, Filippo Riggio, 39 anni, Salvatore Salamone, 81 anni, e Giovanni Tarara', 44 anni.