Minacce, Borrometi testimonia in aula a Siracusa e accusa De Carolis
Ha testimoniato in aula, nel processo che a Siracusa lo vede come vittima di minacce gravi e violenza privata aggravate dal metodo mafioso, il giornalista Paolo Borrometi. Nel corso dell'udienza, il cronista, direttore del sito laspia.it e collaboratore dell'Agi, ha ricordato le minacce, arrivate con due file audio sul suo profilo Facebook, di Francesco De Carolis, 44 anni, siracusano, finito sotto processo dopo un'inchiesta di Borrometi sul fratello, Luciano De Carolis, indicato dai magistrati della Dda di Catania come esponente del clan Bottaro-Attanasio.
"La mafia non ha alcun interesse - ha spiegato Paolo Borrometi al termine dell'udienza - che i cittadini siano informati. Essere informati significa dare alla collettivita' la possibilita' di scegliere da che parte stare. E' questo il lavoro che i giornalisti sono tenuti a fare: dare notizie". Prima dell'udienza, all'ingresso dal tribunale si e' tenuto un presidio a cui hanno preso parte il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti e i rappresentanti di Usigrai, Associazione siciliana della stampa, Ordine nazionale e Ordine regionale dei giornalisti, Libera, Cgil, Articolo21.
"Non siamo qui per fare pressioni, non siamo qui - ha detto Giulietti - per fare i giudici, decideranno loro. Siamo qui a nome di tutti per dire: qualunque cronista venga colpito o minacciato, dalla testata di Ostia alle minacce a Borrometi, noi pensiamo sia nostro dovere esserci. Essere in aula e fornire quella che viene definita 'scorta mediatica', cioe' riprendere le inchieste dei colleghi minacciati".