Mafia, 17 indagati dalla Dda di Palermo per fiancheggiamento del boss Messina Denaro
Operazione della Polizia di Stato contro i fiancheggiatori del boss latitante di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro: 17 persone sono state indagate e sottoposte a perquisizioni in Sicilia su ordine della Direzione distrettuale Antimafia di Palermo. Le perquisizioni sono state eseguite dalla Squadra Mobile di Palermo a Castelvetrano, Mazara del Vallo, Partanna, Santa Ninfa, Salaparuta e Campobello di Mazara, finalizzate a colpire raccogliere ulteriori elementi utili alla cattura del boss.
I 17 indagati sono tutti soggetti che, nel corso degli anni, sono stati arrestati per associazione mafiosa e che hanno avuto collegamenti e frequentazioni con appartenenti a "Cosa nostra". Fra loro vi sono anche alcuni soggetti che, storicamente, sono stati in stretti rapporti con il latitante Messina Denaro. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, su segnalazione della Polizia di Stato, li ha sottoposti a una nuova indagine perche' sospettati di agevolare la latitanza del capomafia della provincia di Trapani.
All'operazione hanno preso parte 150 uomini del Servizio Centrale Operativo, delle Squadre Mobili di Palermo e di Trapani e del Reparto Prevenzione Crimine di Palermo hanno perquisito edifici, abitazioni, attivita' commerciali e imprenditoriali di persone legate al boss latitante. Gli investigatori della Polizia stanno utilizzando anche attrezzature speciali per verificare l'esistenza di cavita' o nascondigli all'interno degli edifici.
L'operazione ha assestato un nuovo colpo alle famiglie mafiose del trapanese, dopo i 21 arresti di boss e gregari di Cosa nostra finiti in cella ad aprile, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nel corso dell'operazione "Anno Zero" contro i clan di Castelvetrano, Partanna e Mazara del Vallo.
Lo scorso mese di dicembre altri trenta mafiosi erano stati iscritti nel registro degli indagati dalla D.D.A. di Palermo quali fiancheggiatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro ed erano stati sottoposti a perquisizione dagli investigatori della Polizia di Stato di Palermo e di Trapani.