Prestiti a tassi illegali, sei ordinanze di custodia cautelare a Taranto
I carabinieri della Compagnia di Taranto hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 6 persone ritenute responsabili di usura, abusiva attivita' finanziaria e truffa aggravata ai danni dello Stato. i militari, nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Procura, hanno documentato una perdurante attivita' di usura da parte degli indagati i quali, spesso interagendo tra loro, concedevano prestiti a tassi illegali a privati, commercianti e liberi professionisti in stato di necessita', realizzando dunque una estesa e proficua attivita' di prestito di denaro al di fuori dei canali leciti. I provvedimenti cautelari (5 in carcere e 1 agli arresti domiciliari) sono stati emessi dal gip del Tribunale di Taranto, Vilma Gilli, nei confronti di sei persone ritenute responsabili, a vario titolo, di usura continuata ed in concorso e abusiva attivita' finanziaria in danno di privati e liberi professionisti di Taranto e truffa aggravata ai danni dello Stato. Le indagini, avviate nell'ottobre 2016 dai carabinieri dell'Aliquota Operativa della Compagnia di Taranto e coordinate dalla locale Procura, hanno fatto luce su una vasta, perdurante e consistente attivita' di usura e abusiva attivita' finanziaria, promossa da soggetti originari e residenti nel capoluogo ionico (alcuni dei quali con precedenti penali anche per reati similari e specifici). Gli arrestati sono Franco D'Alconzo di 61 anni, Angelo Guarino di 52 anni, commerciante di prodotti ittici, Angelo Pavese , di 66 anni, Leonardo Vasco, di 65 anni, Salvatore Zonile , di 48 anni, Giuseppe D'Alconzo, di 35 anni, titolare di un'agenzia funebre. L'operazione e' scaturita dalla denuncia di un libero professionista vessato da ripetute e costanti richieste di somme ingenti di denaro avanzate dai soggetti dai quali aveva ottenuto prestiti per poter far fronte alle precarie condizioni economiche in cui si trovava. Cio' ha consentito di far emergere un'attivita' di usura da parte degli indagati i quali, spesso interagendo tra loro, anche al fine di favorire le reciproche condotte illecite, hanno concesso prestiti a tassi illegali, non solo alla prima vittima, ma anche ad altri soggetti, fra cui commercianti e pensionati, che versavano per vari motivi, fra tutti la perdurante crisi economica, in condizioni di bisogno.