Caltanissetta, Montante respinge le accuse del Gip: "Cosa Nostra me la farà pagare"
Davanti a Gip e pm di Caltanissetta dalle 15, 30 l'ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, ha detto che i documenti segreti ritrovati a gennaio 2016 nella villa di Serradifalco, dentro una stanza segreta - indicata dai magistrati come la 'stanza dei dossieraggi' - fossero li' a sua insaputa. Nega l'imprenditore - ai domiciliari con l'accusa di avere creato e foraggiato una rete di 'talpe' in grado di spiare indagini e investigatori - l'attendibilita' dei pentiti che lo accusano di mafia e dei suoi ex amici Marco Venturi e Alfonso Cicero, ora i grandi accusatori. Alla contestazione di essersi barricato in casa a Milano per distruggere pen drive, al momento dell'arresto, Montante replica dicendo di non avere capito che si trattasse della polizia di Caltanissetta. Gli agenti hanno comunque recuperato i resti delle pennette in cui c'erano altri documenti segreti o compromettenti. Montante fa pure i nomi di tanti amici magistrati e dice di temere che "Cosa nostra mi fara' pagare prezzi ancora piu' alti".
Montante, arrivato alle 15,30 da Milano con la scorta dei poliziotti della Mobile, è stato assistito dai suoi legali, gli avvocati Nino Caleca e Giuseppe Panepinto.