"Nel 2065 i morti in Italia saranno il doppio dei neonati"
La popolazione italiana e' destinata a ridursi numericamente in maniera significativa nei prossimi 50 anni nei quali si assistera' a un progressivo allargamento della forchetta nascite-decessi. Una forchetta che tra 50 anni vedra' il numero di neonati essere la meta' dei morti. Questo dato viene evidenziato dal rapporto Istat dal titolo 'Il futuro demografico del Paese' dove si legge che la crescita del numero di nascite (da 1,34 figli per donna nel 2017 a 1,59 entro il 2065) non bastera' a determinare un numero di nati che risulti, anno dopo anno, sufficiente a compensare l'aumentato numero di morti. Fino al 2040 le nascite dovrebbero mantenersi costantemente tra 460 e 465 mila unita' annue. Parallelamente i decessi tendono a salire in misura progressiva da 646 mila nell'anno base a 736 mila nel 2040. Negli anni successivi le nascite tendono ulteriormente a contrarsi, fino a un minimo di 422 mila unita' nel 2059, anno dopo il quale la situazione si stabilizza intorno a un valore finale di 424 mila nel 2065. Nel medesimo periodo i decessi, sotto la spinta del progressivo invecchiamento della popolazione, continuerebbero ad aumentare fino a un massimo di 854 mila unita' nel 2058. Dopo tale anno, via via che andranno a estinguersi le generazioni del baby boom nazionale, il numero di decessi diminuirebbe fino a 825 mila entro il 2065.
A meno di un qualche significativo cambiamento del contesto globale, pertanto, la futura evoluzione demografica appare in gran parte definita. Le ipotesi riguardo al comportamento demografico futuro della popolazione possono soltanto attenuare (o accelerare) le tendenze in corso ma non modificarle in modo sostanziale. Da un lato si assistera' a una progressiva riduzione numerica delle donne in eta' feconda (14-50 anni), dall'altro si assistera' a popolazioni in eta' anziana (65 anni e piu') sempre piu' infoltite dalle positive condizioni di sopravvivenza presenti e future (86,1 e 90,2 anni, rispettivamente, la vita media maschile e femminile prevista entro il 2065). Dalla relazione "meno madri potenziali/meno nascite", anche se con fecondita' in aumento, e da quella "piu' individui in eta' anziana/piu' decessi", scaturisce cosi' l'instaurarsi di un saldo naturale (nascite - decessi) negativo che tende ad assumere dimensioni sempre piu' rilevanti. Gia' dopo pochi anni di previsione sulla base dello scenario mediano si ipotizza che il saldo naturale possa oltrepassare le 200 mila unita' in meno (2024), per quindi oltrepassare la soglia delle 300 e delle 400 mila (rispettivamente, entro il 2044 e il 2053). In termini relativi, il tasso di decrescita naturale passerebbe dal -3 per mille nell'anno base al -7,8 per mille nel 2060, anno dopo il quale inizia lentamente a migliorare (-7,4 per mille nel 2065). In tale contesto sarebbero soprattutto il Sud e le Isole a subire la variazione per movimento naturale piu' importante, fino a sotto il -10 per mille nel 2065. Nonostante condizioni meno favorevoli in partenza rispetto al Mezzogiorno, il saldo naturale nel Centro Nord presenta un'evoluzione piu' vantaggiosa ma pur sempre negativa. In tale area del Paese la forbice tra nascite e decessi tende ad allargarsi fino al 2055, quindi ad attenuarsi dopo tale anno. Nel 2065 il tasso di decrescita naturale e' pari al -5,8 per mille nel Nord Ovest, al -6,5 per mille nel Nord Est e, infine, al -7 per mille nel Centro.