Istat: Italia migliora ma pesano povertà e ritardo del Mezzogiorno
L'Italia migliora la sua performance in molti settori, ma presenta ancora punti deboli che mantengono alto il gap economico e sociale con i principali partner europei. A 'pesare' sono soprattutto il livello di poverta' e il ritardo del Mezzogiorno. Nonostante i progressi realizzati non si e' infatti colmato il divario del sistema produttivo nel suo complesso e, malgrado i molti segnali positivi, il nostro Paese arranca in diversi campi: mercato del lavoro, istruzione, formazione e conoscenza in generale. Il quadro che viene fuori dal rapporto dell'Istat 'Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo' ha piu' ombre che luci. Cosi', tra il 2015 e il 2016, l'incidenza della poverta', sia assoluta che relativa, e' sostanzialmente stabile. E si conferma il forte svantaggio del Mezzogiorno, dove nel 2016 le famiglie in poverta' assoluta rappresentano l'8,5%, mentre quelle in poverta' relativa sono quasi un quinto di quelle residenti. In Italia la diseguaglianza misurata in termini di concentrazione del reddito (dati del 2015) e' piu' elevata in Sicilia, mentre nelle regioni del Nord-est si riscontra una maggiore uniformita'. Nel confronto con i Paesi Ue, nella graduatoria in ordine crescente riferita al 2016 (redditi 2015), l'Italia si posiziona al 21esimo posto con un valore piu' elevato di quello medio europeo. Nel 2016, inoltre, il 12,1% delle persone vive in condizioni di 'grave deprivazione' (11,5% nel 2015), con incidenze di oltre un quarto dei residenti in Sicilia e Campania (26,1% e 25,9% nell'ordine). Il nostro Paese supera di 4,6 punti percentuali la media europea e si attesta al nono posto tra gli Stati con i valori piu' elevati.