Di Maio chiude a Salvini: se fallisce col Pd si torna al voto
Roberto Fico, nel suo ufficio a Montecitorio, che ha ricevuto il mandato per verificare una possibile intesa per un governo M5S-PD, ha incontrato prima la delegazione Pd composta da Maurizio Martina, Andrea Marcucci, Graziano Delrio e Matteo Orfini. Gli esponenti Dem sono giunti al colloquio su un possibile governo con M5s alla spicciolata, dopo essersi riuniti al Nazareno.
Nel pomeriggio è stata la volta della delegazione M5s composta dal capo politico Luigi Di Maio e dai capigruppo Giulia Grillo e Danilo Toninelli.
PD - "Abbiamo detto a Fico una cosa: dopo 50 giorni di questa situazione che abbiamo tutti osservato e vissuto di impossibilità ad arrivare ad una proposta di governo, noi siamo disponibili a valutare il fatto nuovo se verrà confermato in queste ore e cioè la fine di qualsiasi tentativo di un accordo con la lega", ha detto Maurizio Martina, reggente del Pd al termine dell'incontro con Fico. "Con spirito di leale collaborazione, non nascondendoci le diversità e punti di partenza differenti anche dal punto di vista programmatico su temi essenziali, ci impegniamo ad approfondire questo possibile percorso di lavoro comunque coinvolgendo i nostri gruppi dirigenti". Martina ha anche spiegato che "la direzione nazionale deve essere chiamata a valutare, approfondire discutere ed eventualmente deliberare un percorso nuovo che ci coinvolga".
"Siamo ad un passaggio di fase potenziale - ha detto il reggente del Pd - aspettiamo vere risposte su questi temi fondamentali Attendiamo di capire gli sviluppi e lo faremo con il massimo della disponibilità sempre tenendo fermi i nostri atteggiamenti di queste settimane chiarezza, coerenza e responsabilità nel riconoscimento della fase che il paese sta attraversano". Il Pd è disponibile a dialogare con M5s sulla base dei 100 punti del suo programma di governo e su tre punti "già evidenziati durante le Consultazioni al Quirinale" - ha detto Martina dopo le consultazioni con il presidente della Camera -: una "agenda europeista", il "rinnovamento della democrazia superando il populismo", politiche del lavoro "rispettando gli equilibri di finanza pubblica".
"Attendiamo di capire gli sviluppi - ha detto ancora Martina -, lo faremo con la massima disponibilità, tenendo fermi la chiarezza, la responsabilità, il riconoscimento della fase del Paese che sta attraversando. Il tira e molla di questi 50 giorni che non hanno prodotto nulla non lo si deve certo al Pd".
M5S - "E' chiaro che un governo del centrodestra non è più un'ipotesi percorribile, gli unici che non l'hanno capito sono forse proprio loro ma dopo il fallimento del mandato di Casellati quell'ipotesi tramonta del tutto", ha detto il capo del M5s Luigi Di Maio, al termine dell'incontro con Roberto Fico. "Sono passati circa 50 giorni in cui abbiamo provato in tutti modi e tutte le forme a firmare un contratto di governo per il cambiamento del Paese con Salvini e la Lega ma loro hanno deciso di condannarsi all'irrilevanza per rispetto dei loro alleati e del loro alleato invece di andare al governo nel rispetto degli italiani". "Se fallisce questo percorso per noi si deve tornare al voto non sosterremo nessun altro governo, tecnico, di scopo o del presidente", ha detto ancora Di Maio.
"M5s e Lega, M5s e Pd e qualsiasi partito sono e resteranno alternativi e questo patto deve essere segno di rispetto dei nostri elettori e degli elettori dei partiti - ha proseguito Di Maio -. Ma nessuna forza politica può fare da sola, nessuno può dare un governo a questo Paese da solo. Per questo abbiamo ribadito la disponibilità" a un confronto con il Pd. "Chiedo al Pd di venire al tavolo, non subito a firmare il contratto ma a verificare se ci sono i presupposti per metterlo in piedi. Capisco le loro dinamiche interne, ma è chiaro che dobbiamo vederci per capire se ci sono i presupposti ci facciano sapere se sono disponibile poi vediamo la stesura del contratto".
"La nostra disponibilità al confronto c'è. E' Fico il candidato a premier del M5S?", aveva detto il capogruppo dem al Senato Andrea Marcucci, che non è ottimista - "non vedo le condizioni" perché i programmi di Pd e M5s si possano allineare - aveva rilevato in mattinata - ma aggiunge che "le sorprese in politica sono sempre dietro l'angolo".