L'omicidio Campagna nel Messinese: revocata la libertà al killer
Il Tribunale di sorveglianza di Firenze ha revocato la liberta' condizionale per Giovanni Sutera, condannato all'ergastolo per l'omicidio della 17enne Graziella Campagna, uccisa nel Messinese nel 1985, per aver riconosciuto un boss mafioso. Di recente, l'uomo era tornato in carcere per un'ordinanza di custodia cautelare disposta dopo un'indagine su un traffico internazionale di stupefacenti in cui sarebbe coinvolto. Proprio sulla base degli atti della nuova indagine, trasmessi dalla Procura, la sorveglianza ha revocato il provvedimento che aveva suscitato disappunto anche nei familiari della giovane, ignari che Sutera avesse scontato solo pochi anni di carcere nonostante l'ergastolo definitivo. Dal 2015 Sutera, che ha anche una condanna a 25 anni per l'omicidio del gioielliere fiorentino Vittorio Grassi, ha iniziato a beneficiare di misure alternative alla detenzione. Ad appellarsi ai giudici per la revoca della liberta' condizionale era stato anche il legale della famiglia Campagna, Fabio Repici.
Graziella fu uccisa 12 dicembre del 1985 a Villafranca Tirrena, centro che rientra nella Citta' metropolitana di Messina. Il caso, rimasto a lungo irrisolto, si riapri' grazie alle dichiarazioni di alcuni pentiti. Sutera venne condannato nel 2004. Tra le aggravanti riconosciute, anche quella dell'aver agito in latitanza. A 'condannare' Graziella, fu il caso: il boss mafioso palermitano Gerlando Alberti, che si nascondeva nella provincia di Messina sotto una falsa identita', quella di "ingegnere Cannata", aveva portato una giacca nella lavanderia dove lavorava la ragazza, e aveva dimenticato in tasca un'agendina con numeri compromettenti. Graziella la trovo', e fu ammazzata per metterla a tacere: anche perche' un suo fratello era carabiniere e i mafiosi temevano che potesse informarlo dell'agendina scoperta. La vicenda e' stata raccontata anche nel film "La vita rubata" di Graziano Diana, con Beppe Fiorello.