Estorsioni: "cavallo di ritorno", quattro arresti nel Catanzarese
Trecento euro da pagare per restituire un furgone Fiat Ducato rubato poco prima nei pressi del Tribunale di Lamezia Terme. Un "cavallo di ritorno" tra i piu' classici, messo in piedi a Lamezia Terme da due intermediari e da due esponenti della criminalita' locale. Dopo il furto, infatti, la vittima si e' subito rivolta a Vincenzo Grande, 58 anni, lametino, affiancato da Antonio Miceli, 27 anni, anch'egli di Lamezia. Sarebbero stati loro a ricostruire la dinamica del furto, fino ad individuare gli autori. Il furgone sarebbe finito nelle mani di Francesco Berlingieri, 40 anni, e Damiano Berlingieri, 28 anni, entrambi di Lamezia Terme. Una volta stabilito chi avesse il furgone e' partita la trattativa. Grande avrebbe avanzato una richiesta di denaro parlando al telefono di una partita di profumi. I responsabili del furto avrebbero avanzato la pretesa di 500 euro, ridotta a 300 solo dopo una trattativa. A quel punto e' stato organizzato l'incontro per la consegna del denaro e la restituzione dell'automezzo. La "classica" operazione del "cavallo di ritorno", gestita prevalentemente da esponenti della comunita' Rom sia a Lamezia Terme che a Catanzaro, risolta grazie all'intermediazione di Grande e Miceli, entrambi gia' noti perche' coinvolti nell'operazione "Crisalide", portata a termine lo scorso anno contro esponenti della cosca Cerra, Torcasio, Gualtieri. Tra le prove raccolte dai carabinieri per arrivare ai quattro arresti, ci sono anche diverse intercettazioni telefoniche ed ambientali, compreso i movimenti dei due mediatori fino a ritrovare il furgone rubato.