Il ciclista di Avola il personaggio chiave dell'inchiesta sul voto di scambio con la mafia
Massimo Rubino, 48 anni, di Avola, da ieri sera agli arresti domiciliari per voto di scambio in concorso, sarebbe l'uomo chiave dell'inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Catania, che ha portato agli arresti in casa, il deputato regionale all'Ars, Pippo Gennuso, eletto il 5 novembre del 2017 alla Regione siciliana. Secondo la Procura distrettuale, Rubino, ritenuto il volto "pulito" del clan avolese dei Crapula, sarebbe stato il procacciatore di voti per Gennuso, avvalendosi della collaborazione della "famiglia". Nell'inchiesta è rimasto coinvolto anche il genero del boss Michele Crapula, Francesco "Ciccio" Giamblanco, 31 anni,marito della primogenita del capomafia Desiree che nella notte dopo la notifica del Gip di Catania, è stato trasferito nel carcere di Cavadonna. Alcuni media hanno parlato che la vicenda che vede il deputato e i due avolesi accusati di voto di scambio con l'aggravante del metodo mafioso, sarebbe partita da un'inchiesta giornalistica del cronista Paolo Borrometi, direttore del giornale "La Spia". Circostanza che è però stata smentita dal giornalista che a Nuovo Sud ha dichiarato. "La mia inchiesta giornalistica è successiva alle indagini avviate dalla Procura, lo dico per rispetto del lavoro svolto dai magistrati". I difensori di Pippo Gennuso che non hanno ancora parlato con il proprio assistito e lo potranno fare al momento dell'interrogatorio di garanzia, sono certi che il parlamentare è estraneo ai fatti che vengono contestati. Emerge un particolare non indifferente: Pippo Gennuso nelle elezioni regionali del 2012, ottenne oltre mille preferenze nel Comune di Avola. Cinque anni dopo, ovvero alle Regionali del 2017, ha di poco superato i 400 voti.
Così il procuratore di Catania, Carmelo Petralia, in conferenza stampa: "Non voglio entrare nel dettaglio dell'inchiesta perché saranno i protagonisti a fornire i dettagli. Ma abbiamo ancora una volta dimostrato tempestività nelle indagini. E soprattutto abbiamo dimostrato che quell'area della provincia siracusa non è immune dalla criminalità organizzata. Abbiamo documentato l'esistenza di questo accordo tra Gennuso e gli esponenti della cosca e di questa promessa elettorale. E in parte abbiamo provato anche che la promessa è stata mantenuta. In particolare durante un comizio elettorale di ringraziamento per la vittoria elettorale, ad un certo punto è stato captato il commento "ora ci vuonu i soddi" (ora ci vogliono i soldi".
(Nella foto Massimo Rubino e Ciccio Giamblanco)