Acque minerali: l'Anci Sicilia chiede la modifica della legge regionale
L'Anci Sicilia chiede ai vertici della Regione siciliana un intervento legislativo (a parziale modifica della legge 1 ottobre 1956, 54) nell'ambito della ricerca e della coltivazione delle acque minerali che dia un ruolo centrale ai Comuni nei quali insistono sorgenti e centri termali, in particolare in tema di rilascio concessioni ed entrate finanziaria derivanti da canoni regionali. Si tratta di una problematica piu' volte dibattuta anche nella passata legislatura, sulla quale non e' stata ancora trovata alcuna soluzione. Nel corso di due recenti incontri, tenutisi a Villa Niscemi ai quali hanno partecipato i sindaci di Santo Stefano Quisquina, Francesco Cacciatore, Ali', Pietro Fiumara, Castellammare del Golfo, Nicolo' Coppola, Geraci, Bartolo Vienna, Montalbano Elicona, Filippo Taranto, e amministratori di Calatafimi-Segesta e Montevago, e' stato predisposto un documento con la finalita' di invitare il Governo regionale e tutti i Grupppi parlamentari dell'ARS a farsi promotori di un'iniziativa legislativa che porti alla modifica del testo. "Non e' concepibile che in Sicilia, su una materia cosi significativa come quella del rilascio delle concessioni e delle entrate finanziarie derivanti dai canoni regionali, gli Enti locali non abbiano praticamente alcun ruolo", dice Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia.
Riteniamo pertanto che, sulla scorta di quanto gia' avvenuto in altre regioni come la Lombardia, la Toscana l'Umbria e il Lazio - continua - si intervenga per prevedere una piena compartecipazione nelle scelte rispetto alle entrate delle autonomie locali, stante anche la centralita' di questi temi in uno sviluppo economico dei territori e nella sostenibilita' ambientale".