Emesso mandato d'arresto per l'ex presidente del Brasile Lula
Il giudice Sergio Moro ha ordinato a Lula da Silva di costituirsi alla polizia federale domani alle 17 locali (le 22 in Italia) per essere arrestato. Il mandato di arresto dell'ex presidente brasiliano è stato emesso dopo che il tribunale di Porto Alegre ha autorizzato il magistrato a procedere con l'esecuzione della condanna a 12 anni di carcere per corruzione.
Il Tribunale Supremo Federale (Tsf) del Brasile ha respinto oggi la richiesta di habeas corpus presentata dall'ex presidente Lula Da Silva, che può quindi adesso essere incarcerato per scontare la pena a 12 anni che gli è stata inflitta per corruzione e riciclaggio. Come previsto dagli osservatori, la decisione è stata presa con una maggioranza risicata: 6 voti contro 5.
Formalmente è stato il parere della presidente del Tsf, Carmen Lucia - l'ultima a votare - a segnare la sconfitta della cautelare richiesta da Lula, ma è stato il voto negativo di un'altra magistrata - Rosa Weber - che ha spento l'entusiasmo dei simpatizzanti dell'ex presidente durante lo svolgimento della lunga udienza, durata più di dieci ore.
Lula Da Silva ha detto che la sconfitta subita ieri al Supremo Tribunale Federale (Stf) -che ha rifiutato di concedergli un habeas corpus che avrebbe garantito la sua libertà, almeno per il momento- fa parte della stessa strategia golpista che ha portato all'impeachment di Dilma Rousseff due anni fa. "Non avrebbero fatto un golpe per poi lasciarmi essere candidato", ha detto Lula ai suoi collaboratori. Il Partito dei Lavoratori (Pt) di Lula ha diffuso oggi una nota ufficiale nella quale sostiene che la decisione contraria all'ex presidente da parte del Tsf segna "una giornata tragica per la democrazia e per il Brasile", perché "la nostra Costituzione è stata violata" dall'Alta corte, che si è "inginocchiata" davanti a presunte pressioni "orchestrate in modo scandaloso da Globo", il principale gruppo di comunicazione del Paese.