Droga, giro di cocaina a Marina di Ragusa: tre arresti
"Pomodorini" da tagliare. Era chiamata cosi' la cocaina spacciata in grandi quantita' da una gang di albanesi. Con l'arrivo dell'estate, a Ragusa, il gruppo andava in fibrillazione: "Tra un mese la zona si riempira' di persone, quindi ci sara' il boom e si lavorera' bene", si sentiva nelle intercettazioni. Decine di migliaia di euro erano incassate nel periodo estivo. La cocaina veniva acquistata anche in Germania, con collegamenti in Inghilterra. La Squadra mobile e il commissariato di Vittoria hanno arrestato tre albanesi e due sono ricercati all'estero. La misura cautelare di custodia in carcere e' quindi scattata al momento per Ismet Totraku, 33 anni, Elis Rustami, 28 anni, e Dashnor Tosku, 30 anni, per traffico di cocaina, su richiesta del sostituto procuratore Santo Fornasier. "La polizia di Stato di Ragusa ha concluso un'altra importante operazione antidroga", ha detto il capo della Mobile Antonino Ciavola, "i destinatari della misura cautelare di origine albanese avevano il dominio dello spaccio di cocaina nelle frazioni balneari di Ragusa". I trafficanti operavano tra la localita' di Casuzze e Marina di Ragusa. L'indagine e' partita da alcune segnalazioni risalenti all'inverno del 2016, nelle quale alcuni residenti della frazione balneare di Casuzze (da qui il nome dell'operazione) parlavano di di un gruppo di albanesi che andava in giro con macchine di grossa cilindrata asserendo di lavorare nelle serre. Una ostentazione di ricchezza costata cara perche' ne e' scaturita l'attivita' investigativa, con osservazioni, pedinamenti e intercettazioni. E' stato cosi' documentato il giro d'affari della banda di sei persone: 5 albanesi e un italiano. Numerosi gli acquirenti identificati mentre acquistavano cocaina in un'officina meccanica di Marina di Ragusa, cosi' come quelli che aspettavano la droga nei locali della movida o ancora nelle vie di accesso alle spiagge di Casuzze. Tra gli acquirenti anche alcuni spacciatori di Scicli che poi rivendevano la droga in quella zona.
Importante il flusso di cocaina gestito in provincia dagli albanesi che durante le intercettazioni parlavano in codice. Come attivita' di copertura gli indagati lavoravano nelle serre di Santa Croce Camerina, pertanto la cocaina per loro era pomodoro. Per gli investigatori sentire parlare di "pomodori da tagliare" o di "casse da vendere a 5 mila euro" era un segnale evidente. Uno degli albanesi era stato per anni in Inghilterra e aveva collegamenti con la Germania, tanto che uno dei carichi proveniva proprio da un connazionale li' residente. Un sesto indagato, gia' tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di 20 grammi di cocaina, e' stato da tempo espulso.