Catania, ex comandante del Ris: "Valentina Salamone fu uccisa"
L'ex comandante dei carabinieri del Ris, il generale Luciano Garofano, ha deposto oggi all'udienza del processo a Nicola Mancuso, 32 anni, accusato di avere assassinato Valentina Salamone, la 19enne trovata morta il 24 luglio del 2010 in una villetta di Adrano. Garofano, perito di parte civile, ha confermato l'accuratezza dei rilievi e degli esami compiuti dal Ris spiegando alla corte che "il sangue trovato sotto sotto la scarpa di Valentina e' dell'imputato" e dunque che non si e' trattato di un suicidio.
All'udienza ha partecipato per la prima volta, in videoconferenza, Mancuso cosi' come ha deciso la Corte d'assise, detenuto per una condanna a 14 anni per traffico di droga, essendo tra i destinatari di un ordine di carcerazione che gli e' stato notificato in carcere, nell'ambito dell'operazione antidroga 'Adranos', della Squadra mobile, eseguita il 30 gennaio scorso. Per la morte di Valentina Salamone in un primo momento era stata chiesta l'archiviazione, ritenendolo un suicidio, ma la Procura generale di Catania dopo avere avocato l'inchiesta ha riaperto il caso a seguito delle perizie dei carabinieri del Ris che hanno ritenuto di avere trovato tracce di sangue dell'uomo sotto le scarpe della giovane.
Mancuso, che e' sposato e aveva avuto una relazione con la vittima, si e' sempre proclamato innocente. L'uomo fu arrestato il 4 marzo del 2013 e scarcerato il 28 ottobre successivo dal Tribunale del riesame. Il dibattimento in corte d'Assise e' stato aggiornato al prossimo 22 maggio con la deposizione del perito nominato dal collegio di difesa. Nel procedimento sono presenti come parti civili i genitori e i fratelli della vittima, assistiti dall'avvocato Dario Pastore, e le associazioni Thamaia e Telefono rosa.