Rabbia e polemiche in Brasile per l'omicidio di un'assessora
Rabbia e polemiche in Brasile per l'uccisione di Marielle Franco, giovane assessore del Partito socialismo e liberta' (Psol) di Rio de Janeiro, uccisa mercoledi' in un agguato insieme al suo autista mentre stava tornando da un incontro sulle donne. La Franco, 38 anni, nata e cresciuta in una delle 'favelas' piu' violente della citta', era conosciuta per il suo impegno a favore dei diritti umani.
L'omicidio ha suscitato un'ondata di proteste popolari e attivisti hanno indetto manifestazioni davanti al municipio e in altre zone di Rio, raccogliendo in breve tempo 20mila adesioni. Il governo federale ha assicurato che l'indagine sull'omicidio e' in corso, mentre Amnesty International ha invocato un'inchiesta rigorosa su "contesto, movente e responsabilita'".
Di recente l'assessore aveva criticato un aumento della violenza della polizia nelle 'favelas', attaccando la decisione del presidente di far intervenire l'esercito per garantire la sicurezza a Rio, dove la violenza e' in aumento sin dai Giochi Olimpici del 2016. Dal partito, pero', hanno fatto sapere che non aveva ricevuto minacce.