Palermo, il boss e le sue donne: cinque persone condannate
E' caduta l'aggravante di mafia per alcuni reati, ma le condanne sono lo stesso severe: la terza sezione del Tribunale di Palermo condanna 5 persone, quattro prossimi congiunti o affini del boss di Torretta (Palermo) Angelo Antonino Pipitone, accusate di fittizia intestazione di beni e arrestate nel 2014: due di loro sono ancora agli arresti domiciliari, mentre per Pipitone senior (originario del paese di Carini, a pochi chilometri da Torretta) e' stato dichiarato il non doversi procedere per la sua incapacita' di stare validamente in giudizio. Le condanne riguardano il genero del boss, Benedetto Pipitone, che ha avuto la pena piu' alta, 7 anni; la moglie Epifania Pipitone ha avuto 4 anni e 7 mesi, la sorella della donna, Graziella, 3 anni e 3 mesi; 3 anni un'altra presunta prestanome, l'unica a non essere imparentata con la famiglia di mafiosi. Due anni li ha poi avuti Franca Pellerito, moglie del capomafia. L'unico assolto e' un cugino dei Pipitone, Francesco Marco, mentre e' stata dichiarata la prescrizione per Vincenzo Caruso, altro presunto prestanome. Fra i reati contestati anche l'estorsione e i danneggiamenti, ma l'accusa principale era la fittizia intestazione di beni, contestazione che nasconde il vero obiettivo sarebbe stato evitare l'applicazione delle misure di prevenzione.