Ragusa, Palagiustizia: allarme antincendio col fischietto
Il sistema di allarme antincendio al Palazzo di giustizia di Ragusa è affidato ad un fischietto – di fabbricazione cinese, a quanto pare - appeso alla parete della stanza di una impiegata. Pochi, certamente, ne erano a conoscenza. Ma, adesso, lo sanno anche il Procuratore generale presso la Corte d’appello di Catania, Roberto Saieva (responsabile della sicurezza negli uffici giudiziari del distretto e, quindi, anche nel Tribunale di Ragusa) e il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. La comunicazione arriva dal Comitato pro Tribunale di Modica che ha deciso di porre all’attenzione di Saieva e di Orlando le carenze dell’immobile che ospita gli uffici giudiziari di Ragusa che agiscono in regime di caotico “sold out” dopo avere inglobato il Tribunale di Modica e la sezione distaccata di Vittoria in seguito alla riforma della geografia giudiziaria voluta dalla ministra Anna Maria Cancellieri. Ognuno, insomma, difronte alle proprie responsabilità.
Ma il Comitato pro Tribunale di Modica, che conduce da alcuni anni una battaglia per mettere in evidenza le incongruenze, spesso al limite della legalità, del trasferimento a Ragusa del Tribunale di Modica, non si ferma qui. E ripercorre le tappe di una vicenda che ha del paradossale e che continua a causare disagi nell’amministrazione della giustizia nel territorio ibleo. Eccole, corredate da una serie di documenti che, adesso, sono a disposizione degli interessati.
“ Con una nota del 3 ottobre 2013, il Presidente del Tribunale ed il Procuratore della Repubblica di Ragusa hanno segnalato al sindaco di Ragusa, e ad altri destinatari, le “criticità strutturali” del Palazzo di Giustizia, peraltro precedentemente comunicate al Comune con una nota del 5/7/2010. Tali "criticità" - assieme ad altre attinenti alle misure di sicurezza previste dalla normativa antinfortunistica - sono state portate a conoscenza delle competenti Autorità, giudiziarie e amministrative oltre che tecniche, nonché della opinione pubblica. Nessuna iniziativa di messa in sicurezza delle strutture interessate è stata, però, ad oggi posta in essere, malgrado il territorio di Ragusa sia esposto al notorio gravissimo pericolo sismico tanto da essere classificato dai sismologi zona rossa ”.
Ma c’è di più. Il plesso giudiziario non assicura tutela a quanti, a diverso titolo, sono costretti a frequentarlo. In particolare è stata segnalata la mancanza di “una scala esterna in acciaio”, disposta per espressa prescrizione dei Vigili del Fuoco - della quale il dirigente dell'Ufficio tecnico comunale di Ragusa dava certezza di realizzazione entro 180 giorni dalla nota del 18/4/2014, nonché del sistema di allarme antincendio affidato al suono di un fischietto.
Lo stesso Genio civile di Ragusa, con una nota del 28 gennaio scorso, ha segnalato “l'attuale inadeguatezza della struttura giudiziaria di Ragusa, non antisismica e di fragile fisicità, tale da lacerare, per l'ipotesi di un evento calamitoso, la debole struttura urbana e da compromettere la rete di relazioni economiche, sociali e culturali, materiali e immateriali, che al pari della struttura fisica costituiscono la vita delle città”.
Il Comitato pro Tribunale, alla luce di questa denuncia, invita il Procuratore generale Saieva e il Ministro Orlando ad assumere le opportune iniziative per scongiurare che i pericoli esposti possano sfociare, una volta di più, in tragedie annunciate. La nota inviata a Saieva e Orlando è stata anche notificata, per conoscenza, al presidente del Tribunale di Ragusa, Biagio Insacco.
C’è da sperare che l’appello del Comitato – una sorta di ultimatum ad assumere decisioni immediate e, soprattutto, logiche – sia raccolto e non si infranga, come è successo negli ultimi anni, sul “muro di gomma” che ha letteralmente sbriciolato il rosario infinito di denunce pubbliche sulle criticità del Palazzo di giustizia di Ragusa: carenze strutturali; scarsa tutela delle condizioni di lavoro; violazione della norma di invarianza (l’accorpamento di un Tribunale ad un altro non deve comportare ulteriori spese per la finanza pubblica) a causa della locazione di immobili dove sistemare i dipendenti; mancanza di spazi adeguati come i parcheggi a disposizione degli operatori della giustizia e degli utenti; e, perfino, al secondo piano, una costruzione priva di diverse autorizzazioni edilizie, proprio in un posto dove vengono puniti gli abusi. Tutto questo mentre a Modica, a soli 12 chilometri di distanza, esiste un Palazzo di giustizia moderno, efficiente, costato circa 11 milioni di euro, arredato e cablato, utilizzabile in qualsiasi momento, solo se si volesse. Qualcuno, però, ha deciso che deve restare chiuso.