Donna può essere uomo all'anagrafe, sì del Tribunale di Palermo
Ha scelto di essere Alessio e non piu' Alessia: la prima sezione civile del Tribunale di Palermo autorizza un transessuale di 23 anni a cambiare sesso nei documenti e all'anagrafe, prima ancora dell'intervento chirurgico, che e' stato pure consentito, ma non ancora eseguito. Alessio e' cioe' ancora biologicamente donna, ma si e' sempre sentito e ha i tratti somatici dell'uomo: ha dunque diritto a veder corrispondere la propria identita' formale con quella apparente e sostanziale, anche per evitare i "profondi disagi nella vita di relazione", che deriverebbero dal continuare ad avere "nei documenti di identita' dati anagrafici femminili, a fronte di un aspetto esteriore e di una personalita' interiore vissuti da sempre come maschili". La sentenza del collegio presieduto da Caterina Grimaldi di Terresena, giudice relatore Cinzia Ferreri, accoglie le tesi dell'avvocato Giuseppe Di Stefano, legale del "neo-Alessio". Si tratta di una delle prime applicazioni in Italia di un principio riconosciuto nel 2015 dalla Corte europea dei diritti dell'uomo e successivamente dalla Cassazione e dalla Corte costituzionale: in sostanza, se prima i giudici, accertati il percorso di transizione "psicosessuale" e la piena consapevolezza e volonta' della scelta da parte dell'individuo, autorizzavano l'operazione per il cambiamento del sesso biologico e, una volta eseguito l'intervento, ordinavano la "rettificazione" dei dati anagrafici, una novella legislativa del 2011 e le pronunce giurisprudenziali, anche comunitarie, di tre anni fa, hanno cambiato il modus operandi dei tribunali. Oggi infatti non viene piu' considerato come "prerequisito" l'operazione, tra l'altro potenzialmente pericolosa per la salute, ma solo l'esigenza di consentire "alla persona di raggiungere uno stabile equilibrio psicofisico", cosi' come disposto dalla Consulta nella sentenza 221 del 2015. E per questo Alessia, scrive il giudice Ferreri in sentenza, potra' essere Alessio anche in attesa del "trattamento medico chirurgico volto ad adeguare i caratteri sessuali da femminili a maschili", che e' stato pure consentito con la sentenza del tribunale palermitano.