Stipendi Ars, segretario generale: "Basta processi mediatici"
"Don Scordato, mi chiamo Fabrizio Scime' e sono il segretario generale dell'Assemblea regionale siciliana. Svolgo quest'incarico da tre anni e mezzo, con passione, impegno e, non ci credera', orgoglio. So che lei e' impegnato, in uno dei quartieri piu' poveri e difficili di Palermo, in una meritoria opera di lotta alla poverta' e al disagio sociale per la quale non le saremo mai a sufficienza grati. Capisco quindi bene il motivo per cui da qualche settimana lei ha deciso di dedicare la sua attenzione alla vicenda che riguarda gli stipendi dei dipendenti dell'Assemblea". Comincia cosi' la lettera del segretario generale dell'Assemblea regionale siciliana Fabrizio Scime', a don Cosimo Scordato, parroco di un quartiere di frontiera. Al centro le polemiche sugli stipendi dei dipendenti dell'Ars oggetto di una trattativa che va verso il ripristino dei precedenti tetti. "Mi rendo ben conto - aggiunge - dello stridente contrasto tra la poverta' che lei sperimenta ogni giorno e la ricchezza del Palazzo. Capisco che lei, per il ruolo che svolge, possa e debba invitare tutti noi al senso di responsabilita'. Non capisco invece come lei pensi di poter intervenire, come leggo su Repubblica di ieri, sul merito di una materia estremamente tecnica e complessa come quella del rapporto di lavoro di una categoria di dipendenti pubblici. Addirittura pensa di convocare una pubblica adunanza in cui esaminare i contenuti del nostro contratto di lavoro e proporre modifiche. A ciascuno il suo mestiere". "Stiamo cercando di introdurre limiti stipendiali a contratti in corso preoccupandoci di contemperare le esigenze di solidarieta' e contenimento della spesa con i diritti dei lavoratori- scrive ancora il segretario generale dell'Ars - si tratta di personale assunto attraverso concorsi pubblici particolarmente selettivi che garantiscono elevata professionalita' ed efficienza, al servizio di una istituzione che deve saper svolgere un ruolo di contraltare rispetto a quello del governo. Le retribuzioni sono previste da norme vigenti da oltre 30 anni, e per gli assunti dal 2013 sono gia' notevolmente ridotte rispetto al passato. Anche questo personale gode dei medesimi diritti e dello stesso livello di tutela spettanti a tutti i lavoratori. Capira' bene allora lo sforzo di ottenere il risultato dell'introduzione di tetti agli stipendi riducendo al minimo la possibilita' di ricorsi, che potrebbero avere un esito sfavorevole per le casse dell'Assemblea. Noi speriamo che il nostro impegno sia riconosciuto e apprezzato. Le sue parole ci dicono invece il contrario. Da questo pubblico processo condotto a mezzo stampa, risultiamo colpevoli di non fare mai abbastanza, di essere il simbolo di tutte le nefandezze, la causa della grave situazione economico sociale che affligge la nostra isola - conclude - e' necessaria maggiore cautela nell'affrontare questo argomento; e anche maggiore rispetto, che oggi sembra quasi esserci del tutto negato. Tutto cio' ci ferisce, ma noi faremo la nostra parte".