Militare morto a Gela, la famiglia cita in giudizio l'esercito
La famiglia di un ex militare gelese, Giovanni Cosca, morto a 28 anni dopo una malattia e un calvario lungo sette anni, ha deciso di citare in giudizio l'Esercito italiano perche' il giovane sarebbe deceduto per cause di servizio mai accertate. Arruolato nel 2010, ha sempre sostenuto che nel 2011 a Firenze, durante i lavori di rimozione di materiale immagazzinato nella caserma "Predieri", comando dell'Eurofor, avrebbe inalato una sostanza irritante. Ha accusato sin da subito "reazioni cutanee e congiuntivite, dolenzia muscolare diffusa e dispnea. Secondo l'istituto nazionale di ricerca neurologica "Mondino" di Pavia si trattava di vasculite del sistema nervoso centrale, una infiammazione dei vasi sanguigni, ma senza indicarne la causa. Giovanni Cosca successivamente, tramite il suo comando - era al 121 reggimento "Ravenna" - ha chiesto il riconoscimento della causa di servizio e l'equo indennizzo. Tre mesi fa l'esercito ha risposto alla richiesta e sta esaminando le cartelle cliniche del ragazzo. Nel frattempo la diagnosi dell'ospedale "Mondino" non e' stata confermata dall'arcispedale "Santa Maria Nuova" di Reggio Emilia. Nel 2016 il militare e' stato colpito da un arresto respiratorio ed e' rimasto in rianimazione per un mese. E' cosi' proseguita una odissea per altri ospedali mentre ha completato la "ferma" dei quattro anni. Dal 17 dicembre scorso al 30 gennaio, giorno della morte, il ragazzo e' stato ricoverato al reparto di rianimazione dell'ospedale di Gela.