Fatta a pezzi e chiusa in due valigie, shock nelle Marche
"Spero non sia cosi', spero non sia lei...": parole disperate, e riferite, di una madre che pero' sono naufragate di fronte all'evidenza dell'orrore: quel corpo senza vita, smembrato, i resti umani infilati in due trolley poi abbandonati nel fossato di una strada nella zona industriale di Pollenza, nel Maceratese, notati da un automobilista di passaggio, sono i resti di sua figlia 18enne, Pamela Mastroprietro, romana, abitante in zona San Giovanni.
L'identificazione e' certa. La ragazza si era allontanata
lunedi' pomeriggio dalla comunita' di recupero 'Ars' di Corridonia, (Macerata), dove era ospite. Ed era andata via volontariamente, portandosi le sue cose nel proprio trolley, quello di colore rosso e blu. Uno dei due - si presume, a questo punto, in cui poi l'assassino o gli assassini hanno messo il suo corpo tagliato a pezzi.
Dal momento del ritrovamento, grazie alla curiosita' dell'automobilista di passaggio di fronte a quelle due valigie, e' scattata la macchina delle indagini frenetiche dei carabinieri per identificare quel corpo di donna, e poi per cercare di ripercorrere all'indietro le ore trascorse dalla ragazza dal momento del suo allontanamento dalla comunita', se abbia visto o raggiunto qualcuno, se sia salita a bordo di un'auto o su un mezzo di trasporto pubblico con cui poi raggiungere un altro luogo, un altro alloggio. La scomparsa era stata subito segnalata alle autorita'. Anche la trasmissione di Rai3 'Che l'ha visto?' era stata interessata, con l'appello lanciato dalla mamma della ragazza. E' in corso - riferiscono dal comando della Compagnia carabinieri di Macerata - un'attenta mappatura delle telecamere di videosorveglianza dell'intera zona, partendo appunto dalla casa di accoglienza e cercando di delineare un raggio sempre piu' largo che porti poi a ridosso delle campagne di Pollenza e Casette Verdini, la zona del ritrovamento. Telecamere di edifici pubblici, di attivita' e case private, di stazioni di servizio: tutte monitorate, i filmati vengono via acquisiti e si scandagliano le immagini per cercare di vedere la sagoma, la figura di Pamela con quel suo trolley. E con lei qualcosa altro o qualcun altro che possa servire a risolvere il giallo sull'omicidio e sul disprezzo per il cadavere. A coordinare le indagini e' il sostituto Stefania Ciccioli, della procura di Macerata.
Si sospetta che il delitto sia stato compiuto lo stesso lunedi', al piu' tardo martedi' mattina, e che l'autore, o gli autori, abbiano atteso la notte per liberarsi dei resti umani. Nella convinzione di riuscire ad eludere controlli o la presenza inopportuna di persone o auto di passaggio. Un particolare che ha colpito gli investigatori del Nucleo investigativo del Comando provinciale maceratese e' il fatto che nelle valigie non c'erano vestiti, e neanche tracce di sangue. Come di un'operazione meticolosa e accurata, da killer professionista o altro, nel sezionare e quindi infilare i resti umani nei due diversi contenitori. Anche se questo si scontra con il fatto che le valigie siano state abbandonate in un punto dove comunque sarebbero state visibili, e cosi' e' stato in effetti. Una volta identificato il cadavere, agli investigatori e' toccato il difficile compito di avvisare la famiglia della ragazza. La comunicazione e' arrivata ai colleghi di Roma e da li' alla famiglia di Pamela.