Tunisia, in piazza dopo 7 anni dalla rivoluzione
"Lavoro, Liberta', Dignita'". A sette anni di distanza dalla 'Rivoluzione dei gelsomini' e nel pieno di una crisi economica che ha dato il via a nuove proteste, i partiti politici e i sindacati tunisini rispolverano gli slogan che diedero vita alla prima e piu' riuscita delle Primavere arabe. Migliaia di persone sono scese in piazza in diverse manifestazioni convocate per oggi a Tunisi, dove la centrale arteria stradale Habib Bourguiba, epicentro della rivoluzione del 2011, e' stata presidiata dalle forze di sicurezza mentre si fa il conto di un'ondata di arresti che dall'inizio delle proteste ha condotto in carcere circa 800 persone.
I cittadini della Tunisia tornano a reclamare cio' che con la primavera araba non sono riusciti a ottenere: giustizia sociale e migliori condizioni economiche. Queste richieste sono, soprattutto, i due inneschi degli scontri negli ultimi giorni. Sono diversi i numeri che indicano la fragilita' economica della Tunisia, costringendo la popolazione a condizioni di vita non piu' sostenibili. A esasperare inoltre gli animi sono le nuove politiche finanziarie messe in campo per il 2018 che prevedono un pesante aumento di prezzi, dettato dall'aumento dell'Iva, e l'introduzione di nuove tasse. Nell'ultimo anno il Pil e' cresciuto meno dell'1 per cento, la disoccupazione e' schizzata invece al 15 per cento (anche se secondo chi protesta la percentuale e' almeno il doppio). I disoccupati sono oltre 600mila, di cui piu' di un terzo in possesso di diploma di istruzione superiore.