Gli otto oppositori di Rosolini: governo cittadino come una monarchia
Il gruppo degli otto consiglieri di Rosolini punta ancora una volta il dito contro il sindaco Calvo dopo la decisione del consigliere Giovanni Spatola di defilarsi dal gruppo che lo sostiene. Così affermano in una nota congiunta gli otto consiglieri:
“ Ormai a pochi mesi dalla fine di questa consiliatura, assistiamo inermi alla visione di un’amministrazione che gradualmente perde pezzi. Noi tutti ci chiediamo il perché? Il perché di un’amministrazione ove vige la monarchia? Sin da subito per alcuni di noi, e successivamente per la restante parte, è stato chiaro che la collegialità o il confronto erano più semplici a dirsi che ad applicarsi. Il “Reuccio” era sempre poco propenso o poco disposto a far ciò. Mentre le buone regole della democrazia più volte sottolineano l’importanza di un serio dialogo e del confronto sulle problematiche che attanagliano la società, la “res pubblica”.
Ci chiediamo e chiediamo al sindaco se è così difficile stare a sentire, portatori di interessi attivi, in quanto rappresentanti della città, che espongono le esigenze dei vari gruppi politici. Ultimamente abbiamo assistito prima alla presa di posizione del consigliere Spadaro, successivamente all’uscita dall’amministrazione del consigliere Spatola e ad una esponenziale riduzione della residua maggioranza che, stando ai numeri, oggi si attesta ad un 5 contro 15 di opposizione.
La città, le chiediamo, merita tutto ciò? Inoltre questa maggioranza è costituita da 5 consiglieri oppure come si presuppone ci sarebbe ancora fibrillazione e quindi il numero potrebbe scendere? Quando si parlava di mancanza di collegialità, eravamo noi a non dire il vero e ad essere per questo ingiuriati? O al contrario viene da pensare che abbia gestito da monarca anche tutto il resto? Mi sa che le bugie riguardanti il modo meschino di governare,senza tener conto del programma e di quanto i gruppi politici volevano realizzare, non hanno avuto buon esito, le “sue” strategie che hanno portato allo sfascio della città”.