Pensionato morto a Rosolini, i familiari: nessuna malasanità
"Mio suocero non è morto per un caso di malasanità, ma per una forma definita rara da arte dei medici, di ipertensione polmonare". Ci tiene a fare chiarezza, Sebastiano Nicastro, genero del pensionato di Rosolini, Nino Arangio, 76 anni, morto nel giorno di Capodanno all'ospedale "Di Maria" di Avola. Nicastro sostiene di parlare a nome della moglie e dei figli della vittima ed esclude che ci sia stata negligenza da parte dei sanitari che l'hanno avuto in cura, sia ad Avola che a Siracusa, dove a settembre era stato ricoverato per un'angioplastica. " Mio suocero - racconta - il genero era un un uomo sano come un pesce. La scorsa estate, però, si sentiva affaticato. Dopo i controlli sanitari, nello scorso mese di settembre era stato sottoposto a coronografia e successivamente ad un'angioplastica. So che i medici di Siracusa gli hanno applicato degli stent, ma non so quanti".
Dopo la degenza all'Umberto I di Siracusa, Nino Arangio avrebbe ripreso l sua vita normale. "Lo scorso 16 dicembre - afferma ancora il genero - mio suocero sta male e lo portiamo al Pronto soccorso dell'ospedale di Avola, essendo il più vicino. Gli viene riscontrata una ipertensione polmonare e viene disposto il trasferimento in Pneumatologia, a Siracusa". Negli ultimi giorni le condizioni del pensionato si sarebbero aggravate, quindi il ritorno al nosocomio avolese, poi lo scoprso 29 dicembre viene portato all'Umberto I, nel capoluogo, dove il cuore di Nino Arangio si è fermato ieri mattina verso le 5.
Nino Arangio lascia la moglie e due figli, un maschio ed una femmina. I funerali verranno celebrati domani alle 15 a Rosolini, in Chiesa Madre