Si chiude la legislatura, ma è scontro sui programmi
La conferenza stampa di fine anno del premier Gentiloni e il Cdm che autorizzera' l'invio dei soldati in Niger saranno gli ultimi atti della legislatura. Si chiude senza l'ok del Senato allo ius soli, nonostante gli appelli giunti oggi soprattutto dalla minoranza del Pd. Domani verosimilmente il premier esprimera' il rammarico per il mancato via libera ad un provvedimento sul quale aveva insistito affinche' si registrasse una convergenza in Parlamento. Ma ormai non c'e' piu' tempo e non ci sono neanche i numeri visto che le forze d'opposizione continuano a fare le barricate.
Il presidente del Consiglio fara' il bilancio del suo governo per poi presentarsi alle urne come militante del Pd. Pronto a fare campagna elettorale non come frontman ma con un profilo basso. Rivendicando pero' l'operato del suo esecutivo, soprattutto sul fronte dell'immigrazione e della difesa degli istituti di credito in difficolta'. Rimarcando che il suo governo e' stato capace di accompagnare la ripresa economica e sottolineando la necessita' che il nostro Paese continui nell'opera riformatrice. Del resto sono ancora diversi i dossier sul tavolo.
Ma intanto le forze politiche gia' duellano sui programmi, con il Capo dello Stato che aveva rivolto l'invito a presentare proposte credibili. Oggi lo scontro a tutto campo e' tra Berlusconi e Di Maio, con il Cavaliere che ha rilanciato il reddito di dignita'.
"Chi e' sotto una certa soglia di reddito potra' - questa la promessa di Berlusconi - ricevere la somma necessaria per arrivare ai livelli di dignita'" indicati dall'Istat: 1000 euro al mese, da aumentare di un tot per ciascun figlio a carico". "Oggi - gli risponde Di Maio - Berlusconi ha ammesso che all'Italia serve il reddito di cittadinanza, ma per 5 anni FI ha votato contro. Quando saremo al governo gli ricorderemo questa dichiarazione. Per chiedere a Forza Italia di votarlo lo chiama reddito di dignita' per nascondere che ci copia".
M5s dunque rivendica la legge sul reddito di cittadinanza mentre l'ex premier elenca i provvedimenti che intende portare a termine qualora vincesse le elezioni: "una politica di tagli fiscali, investimenti sulle infrastrutture e riorganizzazione della macchina dello Stato", totale sgravio fiscale e decontribuzione per le aziende che assumono giovani, aumento delle pensioni a 1000 euro, soldati nelle strade per la sicurezza dei cittadini, "una qualche attenzione alle nostre mamme, che hanno diritto di trascorrere una vecchiaia serena" e "daremo aiuti a persone che non possono permettersi il veterinario".
Con le Camere ormai prossime allo scioglimento l'attenzione e' concentrata proprio su come i partiti si presenteranno davanti ai cittadini. Il Pd nella conferenza programmatica di Napoli ha puntato soprattutto sulle riforme economiche, a cominciare da quella fiscale. Nel programma "una forte riduzione delle tasse per le famiglie con figli", il taglio del costo del lavoro, la lotta alla poverta', all'evasione e all'elusione fiscale, il superamento del Fiscal Compact. Liberi e uguali puntera' su lavoro, sanita', istruzione e pensioni. Piano per gli investimenti, superamento del jobs act, revisione del sistema dei ticket e della legge Fornero, diritto all'istruzione per tutti e pensioni piu' alte per i redditi medio-bassi.
Anche gli altri partiti scopriranno al piu' presto le carte, come la Lega che punta sulla flat tax al 15%, sull'eliminazione della riforma Fornero, su un salario minimo per tutti, una politica dei respingimenti sull'immigrazione e su un piano di aiuti di almeno 1 miliardo l'anno per il sostegno alla famiglia.