Anche Siracusa ha i suoi "invisibili": ottomila persone vivono nella povertà assoluta
Secondo il Rapporto 2017 di Caritas Italiana su povertà giovanili ed esclusione sociale "il futuro di molti giovani in Italia non è serenamente proiettato verso l'avvenire". Nella fascia 18-34 anni è povero 1 su 10 e il rischio povertà ed esclusione sociale tocca il 37% dei giovani italiani. Nella sola città di Siracusa 2000 famiglie versano in condizioni di povertà assoluta e ogni famiglia è composta in media da quattro persone. Padre Marco Tarascio è il direttore della Caritas diocesana del capoluogo e da tre anni parroco della chiesa di San Metodio, che ha sede in una delle aree periferiche della città, quella che comprende i quartieri di Mazzarrona, Bosco Minniti e via Italia. San Metodio è una delle 27 parrocchie in cui si distribuisce con una cadenza compresa tra la settimana e il mese la così detta borsa della spesa. Giovedì era uno di quei giorni e molti erano in fila, anziani, famiglie con bambini, sferzati dal vento gelido per ritirare i pacchi di generi alimentari (essenzialmente pasta, latte e poco scatolame) secondo quanto stabilito dal FEAD (Fondo di aiuti europei agli indigenti). “Il numero delle famiglie povere in città aumenta di anno in anno, proporzionalmente alla crisi economica. I nuovi poveri sono soprattutto i capofamiglia di età compresa tra i 40 e i 50 anni che non riescono più a trovare lavoro, a loro si aggiungono i giovani, malpagati e sfruttati”- afferma padre Marco. “Quello che distribuiamo è insufficiente a garantire un’esistenza decorosa. Alcuni bambini sono affetti da scabbia, per mancanza del sapone, e le difficoltà maggiori si riscontrano nell’aiutare le famiglie per l’acquisto del materiale didattico necessario ai figli”. La Caritas, che porta avanti l’attività assistenziale basandosi sul volontariato, sulle offerte e sui ricavi dall’8 per mille, garantisce, grazie al parroco della chiesa di San Tommaso al Pantheon, padre Paolo Mangiagli, cento pasti quotidiani per pranzo. Quella del Pantheon è una delle due mense presenti a Siracusa, l’altra si trova nel quartiere di Ortigia, in via Nome del Gesù ed è gestita dalla comunità di San Martino di Tours, gruppo di volontariato siracusano che realizza, nell’ambito della diocesi aretusea, attività caritative. Giuseppe Agosta ne è il presidente: “La nostra mensa distribuisce pasti dal lunedì al venerdì la sera, il sabato e la domenica a pranzo. Ospitiamo un numero non fisso di persone, per lo più locali, anziani, a cui si aggiunge un numero variabile di extra comunitari: durante il periodo degli sbarchi abbiamo accolto fino a 100 persone. Aiutiamo gli indigenti dal 1989 grazie ai volontari, ai cuochi che si alternano, ma il nostro obiettivo principale non è la raccolta fondi, ma la sensibilizzazione, il sollecitare il cittadino a collaborare, per una partecipazione attiva in aiuto dei più deboli”. Altre iniziative caritative, a favore di anziani e minori, sono portate avanti da padre Rosario Lo Bello, parroco della chiesa di S. Paolo Apostolo nel quartiere della Graziella in Ortigia. Poi ci sono gli homeless, coloro che a volte hanno scelto di abbandonare per sempre la loro vita passata, come racconta Agosta o coloro che hanno perso tutto, anche un tetto sotto cui ripararsi. I dormitori pubblici sono tre, uno è la “Casa di Sara e Abramo” una struttura voluta dall’Arcidiocesi di Siracusa per i senza tetto della città, sia cittadini siracusani sia extracomunitari ubicata in via Monte Renna, un’altra è la casa accoglienza per donne e piccoli nuclei familiari gestita dalle suore Francescane in via dell’Olimpiade. “La Caritas di Siracusa assiste direttamente anche 500 anziani, e 1238 indirettamente. Si stima per la provincia di Siracusa un numero enorme di persone in età avanzata, circa 66.000 che vivono con un budget mensile di solo 550 euro” aggiunge padre Marco. “La malattia per gli indigenti è un lusso che non possono permettersi, i medicinali costano, un certificato medico costa”. Di fronte a questi scenari che troppe volte non si vuole vedere ci si chiede cosa sia possibile fare concretamente, considerando la poca partecipazione, per carenza di fondi, del Comune. “Bisogna vedere, non girare lo sguardo, esorta padre Tarascio, basterebbe che ognuno adottasse una famiglia in difficoltà”. “Sono in tanti coloro che non riescono oggi ad avere il necessario per vivere - ha ricordato di recente il card. Francesco Montenegro, Presidente di Caritas Italiana - e questa platea di persone va considerata nella sua universalità. Richiede la giusta attenzione. Subito, sin da oggi. Non è altro che un discorso di equità e giustizia”. Oggi a partire dalle 19 la cena di Natale, che era prevista in origine a Piazza Santa Lucia, si svolgerà nella meno popolare Piazza Adda; circa 800 pasti saranno serviti agli invitati muniti di voucher rilasciato dalla Caritas, dalle Caritas parrocchiali e dalla Comunità di San Martino di Tours. La cena sarà offerta da Conad Italia, da alcuni sponsor privati, dal sindaco e dagli assessori della sua giunta. Una goccia all’interno di un disagio molto più ampio.
Anita Crispino