Gela, hanno fatto soldi spacciando droga: ora il fisco gli chiede il conto
Con lo smercio di droga due anni fa avevano guadagnato oltre 50 mila euro, ora la Guardia di finanza chiede ai due spacciatori di pagare il conto con lo Stato versando le tasse sui proventi incassati dall'attività illegale, richiamando l'articolo 53 della Costituzione: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva". I finanzieri di Gela hanno confrontato il tenore di vita dei due con le loro dichiarazioni dei redditi, pari a zero. Le Fiamme gialle hanno svolto le indagini di carattere fiscale a seguito dell'operazione "Samarcanda", condotta dalla polizia di Stato che due anni fa aveva sgominato una banda a Gela che gestiva il traffico di ingenti quantitativi di cocaina, proveniente dalla Calabria.
Sulla base delle indagini eseguite e degli incroci con i dati acquisiti dalle altre forze di polizia, le fiamme gialle hanno così concluso due controlli di carattere fiscale nei confronti del capo della banda e di uno dei favoreggiatori, finalizzati ad attrarre a tassazione – per l’anno d’imposta 2015 – i proventi frutto delle attività illecite perpetrate dai due malviventi.
I due soggetti, con il traffico illegale di droga avevano realizzato grossi guadagni e mantenuto un tenore di vita elevato e di certo non proporzionato a quanto dichiarato all’Amministrazione Finanziaria. Pur dichiarando zero avrebbero invece guadagnato 50 mila euro.