Berlusconi, i giudici di Strasburgo in conclave
L'intreccio temporale fra le vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi e quelle elettorali e il sospetto di decisioni prese "a orologeria" per penalizzare l'ex premier, ma anche l'arbitrarieta' delle decisioni della Giunta del Senato, che non decide sempre secondo gli stessi criteri quando si tratta di dichiarare il decadimento di un eletto condannato. Sono le due principali questioni sul tavolo dei 17 magistrati della Corte europea dei diritti dell'uomo che dovranno decidere sull'incandidabilita' di Berlusconi. Durante l'udienza sul caso a Strasburgo, oltre due ore di dibattimento pubblico davanti alla Grande Chambre, quattro magistrati hanno posto domande alle parti soprattutto su questi due aspetti, dimostrando interesse per le ipotesi proposte dai legali di Berlusconi e in particolare sul confronto fra il suo caso e quello dell'ex senatore Augusto Minzolini. I giudici hanno cominciato gia' oggi, a porte rigorosamente chiuse, le loro deliberazioni che richiederanno un tempo imprecisato ma probabilmente nell'ordine di alcuni mesi. La decisione, spiegano alla Corte, sara' presa "a maggioranza dei giudici effettivi", ma "e' impossibile speculare su quanto tempo servira' alla Grande Chambre per pronunciarsi".
In un'aula piena di osservatori che avevano prenotato il loro posto da mesi (studenti di giurisprudenza delle universita' di Bologna, Lecce, Padova, avvocati e giornalisti), i 17 magistrati, in toga con il simbolo europeo hanno fatto il loro ingresso solenne alle 9,15 precise. La presidente tedesca, Angelika Nussberger, al posto dell'italiano Guido Raimondi che ha preferito astenersi in una vicenda tanto sensibile per il suo paese di origine, ha dato il via ai lavori riepilogando brevemente i fatti. La prima a prendere la parola e' stata la rappresentante dello Stato italiano, Maria Giuliana Civinini, rigettando le ipotesi di violazione dei diritti dell'ex premier. Con l'applicazione della legge Severino che ha determinato la sua decadenza dalla carica di senatore oltre a renderlo incandidabile, ha detto la magistrata, "i diritti di Silvio Berlusconi sono stati scrupolosamente garantiti e tutti i i passaggi sono stati minuziosamente rispettati; la decisione non era arbitraria ma legale e giuridicamente motivata, rispettando in teoria e in pratica la Convenzione europea dei diritti dell'Uomo". Rifacendosi ad alcune sentenze della stessa Corte di Strasburgo oltre che a pronunciamenti della Corte costituzionale italiano, il giudice ha detto che gli articoli 6 e 7 della Convenzione europea per i diritti dell'uomo, invocati dai legali di Berlusconi, "non si applicano alle leggi elettorali" e che nessuna legge e' stata applicata retroattivamente, visto che il premier e' stato eletto al senato nella primavera 2013, ovvero dopo l'entrata in vigore, a fine dicembre 2012, del testo unico sulle condizioni per l'ineleggibilita' secondo la legge Severino.