Spettacoli classici a Siracusa, svelato il filo conduttore del 2018
Si è svolto stamattina a palazzo Greco, sede della Fondazione Inda a Siracusa, il primo appuntamento de “Il Festival incontra la città” promosso in occasione del 54° Festival del Teatro Greco. Un inizio che è stato un “focus manageriale” da parte del commissario straordinario Pierfrancesco Pinelli, il quale orgogliosamente, dati e cifre alla mano, ha illustrato il progressivo miglioramento dell’Ente da lui diretto da due anni. Un incremento nel numero degli spettatori, 140.000 nel 2017, il 23% in più in due anni e negli introiti derivanti dalla vendita dei biglietti. “Una realtà viva, valida, sana che in questi ultimi due anni ha cominciato ad avere un passo diverso e, direi, di successo” ha affermato Pinelli, confrontando i dati del Festival del Teatro Greco di Siracusa con simili realtà nazionali, quali l’Arena di Verona, il Festival dei Due mondi di Spoleto e l’Opera di Roma. Una stagione che debutterà l’11 maggio con la messa in scena di “Edipo a Colono”, opera di Sofocle e terminerà l’8 luglio dopo cinquanta rappresentazioni. Tre opere, oltre Edipo a Colono sarà in scena Eracle di Euripide e Cavalieri di Aristofane, per un tema centrale, “La scena del potere”, ovvero la visione, ancora attuale malgrado i secoli di storia, del tiranno, eroe/anti eroe. È stato il direttore artistico, Roberto Andò a illustrare il filo conduttore del prossimo Festival: ”Il grande patrimonio che ci consegna la cultura greco classica, in particolare la commedia e la tragedia, ci tratteggia il volto multiforme dell’uomo di potere. L’Edipo a Colono è una tragedia della maturità, della vecchiaia, l’ultima scritta da Sofocle e descrive il ritorno di un eroe che sente il peso delle proprie colpe e dei propri errori, l’Eracle è la tragedia che descrive il potere come allucinazione, i Cavalieri, commedia poco nota di Aristofane, racconta il populismo, il rapporto tra il politico e la gente, tra la voglia di ingraziare il popolo corrompendo le basi della democrazia”. Da qui la scelta di registi che fossero vicini alle opere da portare in scena: il primo è stato Yannis Kokkos, greco naturalizzato francese che affronterà un testo difficile, intimo e delicato di riflessione sulla vecchiaia e sul comando. “L’Edipo a Colono è una tragedia particolare il cui tema centrale è il destino, come necessità a cui non si può sfuggire, e il caso che interviene negli avvenimenti di ogni giorno. Protagonista sarà l’uomo visto non solo dal punto di vista psicologico e sociale ma anche nella sua ambiguità. Un testo che parla anche di frontiere, materiali e spirituali e che si svolge nell’ambiente naturale del bosco sacro di Colono. I personaggi saranno vicini al nostro tempo ma senza un’eccessiva modernizzazione”. L’incontro è stato chiuso dal presidente dell’associazione Amici dell’Inda, Giuseppe Piccione, il quale ha anticipato alcuni degli eventi collaterali che vedranno la partecipazione di varie componenti cittadine. L’Edipo a Colono sarà l’unica delle tre opere ad essere rappresentata nel teatro greco di Epidauro in Grecia.
Anita Crispino