Nomi insospettabili dietro l'affare del villaggio turistico di Portopalo di Capo Passero
Ci sono nomi eccellenti nell'inchiesta dei carabinieri della Compagnia di Noto, sull'affare del Villaggio turistico di Portopalo di Capo Passero. I militari dell'Arma hanno notificato alle persone coinvolte la chiusura delle indagini da parte della Procura della Repubblica di Siracusa. Nel mirino della magistratura sono finiti, tra gli altri, anche due notai, uno dei quali, Giambattista Coltraro, 42 anni, già deputato all'Ars e lo scorso 5 novembre candidato non eletto con l'Udc. L'altro notaio è Roberto Cannavò, 47 anni. Notificata la chiusura indagini anche ad un imprenditore di Siracusa, Sebastiano Caporale, 74 anni, l'avvocato Sebastiano Coltraro, 36 anni, l'ingegnere Corrado Controsceri di 37, Mario poidomani, responsabile dell'uffoicio tecnico di Portopalo e l'amministratrice della società, Giuseppa Tolomeo di 73 anni. I sette sono indagati a vario titolo di falsità materiale ed ideologica, abuso d'ufficio, soppressione di atti pubblici, uso di atti falsi e tentata truffa aggravata, finalizzati all'erogazione delle agevolazioni finanziarie dell'Unione europea. Gli indagati avrebbero tentato di incassare oltre un milione di euro di sovvenzioni pubbliche per il restauro di un villaggio turistico a Portopalo. Interventi mai effettuati ed autorizzati attraverso atti falsi. Tra gli indagati Mario Poidomani, 60 anni, dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Portopalo , Giambattista Coltraro, 42 anni, notaio, ex parlamentare regionale e candidato all'assemblea siciliana nelle liste dell'Udc e un noto imprenditore di Siracusa. L'attività d'indagine e' iniziata nel 2013 dopo il sequestro nell'ufficio tecnico del Comune delle domande di sanatoria per gli abusi edilizi relativi al villaggio, che sorge a meno di 500 metri dalla battigia, contrariamente a quanto disposto dalla legge regionale.
L'indagine scattò quattro anni fa , quando i carabinieri della Stazione di Portopalo di Capo Passero sequestrarono ufficio tecnico le domande di sanatoria per gli abusi edilizi relativi al villaggio. Le successive investigazioni hanno permesso di appurare come la società che gestiva la struttura turistica abbia prodotto false autocertificazioni ed attestazioni dell’esecuzione di lavori mai eseguiti e dei requisiti per l’accesso alle agevolazioni finanziarie pubbliche a fondo perduto. Le successive acquisizioni dei militari dell’Arma al Comune di Portopalo hanno permesso di appurare inoltre come l’ufficio tecnico di quel Comune abbia rilasciato due concessioni in sanatoria al vincolo di inedificabilità assoluta relativa all’immobile, ed abbia scoperto come lo stesso dirigente comunale abbia soppresso e modificato alcuni atti concernenti le richieste di condono avanzate nel tempo.
L’intervento delle forze dell’ordine e della magistratura, concretizzatosi immediatamente nei diversi sequestri e nell’analisi della documentazione attestante il tentativo di truffa, ha permesso di evitare un probabile danno economico alla Regione Siciliana.