Mostre: a Catania tra Giotto e De Chirico spunta... Antonello
Da oggi e fino al 20 maggio il Castello Ursino di Catania ospitera' "Da Giotto a de Chirico - I Tesori nascosti". "Alcuni tesori - ha detto il curatore Vittorio Sgarbi alla presentazione della mostra - erano nascosti proprio a Catania. Nel percorso abbiamo accolto alcune opere di Castello Ursino poco conosciute e alcune addirittura non riconosciute nel senso che proprio nei giorni scorsi abbiamo allegato al percorso un dipinto di Antonio Amorosi che era stato restaurato ma era qui come anonimo e un dipinto di Francesco Cairo. Quindi la scoperta coinvolge anche una parte delle cose esistenti a Catania". La piu' importante deve ancora arrivare ed e' un dipinto di Antonello da Messina "che feci comprare alla Regione siciliana per 300.000 euro. Una cifra piccolissima per un capolavoro che pochi conoscono, una Madonna con il bambino e un Ecce homo dipinti su un lato e sull'altro che e' custodito a Messina. Ho voluto che qui fossero presenti cose di Sicilia poco viste o poco conosciute".
L'obiettivo di questa grande esposizione e? raccontare attraverso preziosi tesori "nascosti" lo svolgimento della storia dell'arte italiana, da Giotto, l'artista che ha rinnovato la pittura, cosi' come Dante, suo contemporaneo, e? ritenuto il "padre" della lingua italiana, a Giorgio de Chirico che, affascinato dell'arte antica, fu il principale esponente della pittura metafisica, attraverso la quale tento? di svelare gli aspetti piu? misteriosi della realta?. La mostra nasce dal desiderio di illustrare, attraverso una ragionata selezione, il Tesoro d'Italia "nascosto e protetto" nelle piu? importanti raccolte private italiane. In un arco temporale di oltre sette secoli, dalla fine del Duecento alla meta' del Novecento, da Giotto a de Chirico, si da' conto dell'evoluzione degli stili, delle correnti e degli snodi fondamentali della storia dell'arte italiana. La mostra offre al visitatore un'ampia panoramica sui soggetti affrontati dagli artisti, da quello sacro alle raffigurazioni allegoriche e mitologiche, dal genere del ritratto a quelli del paesaggio e della natura morta.
La "Madonna" di Giotto e due teste muliebri marmoree, prime sculture "italiane" riferite a un maestro federiciano della meta? del Duecento, aprono la straordinaria galleria, dove sono raccolti capolavori come la "Madonna in trono con il Bambino" di Antonello de Saliba (1497), la "Madonna in gloria con i santi Antonio da Padova e Michele Arcangelo" di Severo Ierace (1528 circa), la "Vergine Maria" di Paolo Veronese (1565-1570), "Maddalena addolorata" di Caravaggio (1605-1606), "Ercole e Onfale" di Giovanni Francesco Guerrieri (1617-1618), "Santa Caterina da Siena adora il Crocifisso" di Giovanni Battista Caracciolo detto Battistello (1622), il "Profeta" di Jusepe Ribera (1613 circa), "Il ritorno del figliol prodigo" di Mattia Preti (1640-1645), "Allegoria della pittura" di Guido Cagnacci (1650- 1655) e "Allegoria dell'Inverno" di Giusto Le Court (1660-1670). Tanti i capolavori della pittura del Settecento e dell'Ottocento come la "Nativita? di Cristo" di Ignaz Stern detto Ignazio Stella (1728), "Oro di Pompei (o Oro di Napoli)" di Domenico Morelli (1863-1866 circa) e "Piccolo cantiere" di Francesco Lojacono (1880-1890 circa). Approdati al Novecento, si possono ammirare importati opere di celebri maestri, tra le quali, solo per citarne alcune, "Il vecchio padre" (1906) di Antonio Mancini, "Il vaso giapponese" (1923) di Camillo Innocenti, "Interno con vaso di fiori" (1949) di Filippo de Pisis, "I Bagni misteriosi" (1937-1960) di Giorgio de Chirico, "Il tavolo del maresciallo" (1957) di Pippo Rizzo e "Damigiana e bottacino (Natura morta nordica)" del 1959 di Renato Guttuso.