Palermo, stato-mafia: "il boss Graviano disse Berlusca"
Il boss Giuseppe Graviano nelle sue conversazioni con un altro detenuto intercettati dagli inquirenti, averebbe detto la parola "Berlusca". Lo confermano i periti nominati dalla Corte d'assise di Palermo, che hanno svolto le trascrizioni delle conversazioni ambientali e vide e che oggi sono stati sentiti nell'aula bunker dell'Ucciardone al processo sulla trattativa Stato-mafia. Di tutt'altro avviso il consulente della difesa: per lui la parola e' invece "bellissimo". Durante i passeggi e la socialita' Graviano, sottoposto al 41 bis, conversava con l'altro recluso Michele Adinolfi mentre le "cimici" registravano tutto per oltre un anno. Il 10 aprile 2016 in particolare Graviano aveva detto, secondo i periti: "Berlusca... mi ha chiesto questa cortesia... ero convinto che Berlusconi vinceva le elezioni in Sicilia...". Secondo la consulenza del perito - anche lui oggi ha deposto al bunker - nominato dalla difesa di Marcello Dell'Utri la presunta parola "Berlusca" in realta' e' "bellissimo". Inoltre, sempre per il perito della difesa, il "riferimento a 'B' e' errato poiche' dall'ascolto il perito difensivo ha invece trascritto "Mi'" (fonetico). L'accusa - rappresentata dai pm Vittorio Teresi e Roberto Tartaglia e dai sostituti della Procura nazionale antimafia Nino Di Matteo e Francesco Del Bene - ha inoltre prodotto e depositato alcuni documenti dell'ex presidente del Senato Giovanni Spadolini e conservati presso la "Fondazione Spadolini" a Firenze o presso l'abitazione privata di Spadolini. L'udienza di domani sara' dedicata all'esame, in video conferenza, del boss Giuseppe Graviano.