Neonato ucciso da un camion nel Messinese, in carcere il conducente
Arrestato dai carabinieri va in carcere l'imputato di omicidio colposo del piccolo Sebastian a seguito di incidente stradale. I militari di Sant'Agata di Militello hanno tratto in arresto Paolo Carmelo Restifo, 58enne di San Marco d'Alunzio, per un ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Messina, poiche' condannato in via definitiva a 3 e sei mesidi reclusione. Nell'incidente avvenuto il 4 giugno 2007 a Sant'Agata di Militello perse la vita un bimbo di pochi mesi e rimase gravemente ferita la nonna. Restifo, titolare di una ditta di autodemolizioni ad Acquedolci, si era recato a Sant'Agata, in via Magenta, per caricare una vettura da demolire.
Durante le operazioni il pesante mezzo rimase acceso e bloccato dal freno a mano, ma una volta caricata l'auto, il peso determino' il sollevamento della ruota anteriore del mezzo dal marciapiedi sulla quale era appoggiata, provocando la messa in marcia del carro attrezzi, che inizio' pericolosamente la discesa sino a concludere la sua corsa contro il muro di una palazzina. Nel tragitto travolse il passeggino con dentro Sebastian, sospinto dalla nonna appena uscita di casa per una passeggiata. Il bimbo fu trascinato via dalla furia del veicolo riportando lesioni gravissime che ne provocarono la morte Secondo le motivazioni della sentenza emessa in primo grado "Restifo agi' con imperizia e negligenza, durante le operazioni di carico del mezzo". In primo grado l'uomo, nell'aprile 2012, e' stato condannato dal giudice monocratico del Tribunale di Patti, sezione di Sant'Agata Militello, a 5 anni e 10 mesi di reclusione.
I giudici messinesi hanno dichiarato estinto per intervenuta prescrizione il capo d'imputazione relativo alle lesioni gravi nei confronti della nonna. In appello e' stata confermata la sentenza di primo grado, che stabili' anche il pagamento di una provvisionale di 28 mila euro alla famiglia e le spese processuali liquidate dalla Corte di Appello in 900 euro. In sede civile alla famiglia del bambino fu riconosciuta una liquidazione di quasi un milione e mezzo di euro, ma circa la meta' delle somme furono bloccate dalla proposizione del ricorso operato nel 2012 dalla compagnia assicurativa.