Migranti: a Palermo arriva la 'nave dei bambini': 241 minori
E' arrivata nel porto di Palermo nave Aquarius di Sos Mediterranee, con a bordo 606 migranti salvati in sette operazioni di soccorso in meno di 36 ore. La 'nave dei bambini' e' stata ribattezzata: sul natante dell'organizzazione franco-italo-tedesca, infatti, 241 minori, 178 dei quali non accompagnati. Sono undici le donne incinte, di cui due al nono mese di gravidanza; e c'e' anche un neonato di appena una settimana. Diversi naufraghi presentano sintomi di malnutrizione e appaiono provati dalla prolungata mancanza di cure, un giovane porta i segni di ferite da arma da fuoco e da machete. Numerose donne di origine subsahariana hanno dichiarato di essere state ripetutamente vittime di violenze sessuali e di essere state imprigionate per diversi mesi. "Un naufrago su tre e' bambino o adolescente", ha confermato Madeleine Habib,coordinatrice Sar (Search and Rescue) di Sos Mediterranee. I migranti soccorsi martedi' e mercoledi' provengono da piu' di 15 Paesi differenti: Siria, Egitto, Mali, Costa d'Avorio, Guinea Bissau, Sudan, Marocco, Somalia, Eritrea, Senegal, Camerun, Nigeria, Liberia, Etiopia, Algeria, Ghana, Benin, Gambia, Yemen. Tra loro anche un migrante originario della Turchia; 50 sono i richiedenti asilo siriani in fuga dalla Libia, tra i quali intere famiglie con bambini.
Dure e strazianti le testimonianze dei migranti giunti stamane a Palermo. C'e' chi ha parlato di violenze sessuali, torture e segregazioni. Tutti della estrema difficolta' della loro condizione. Ha detto un siriano di circa sessant'anni ai volontari: "Siamo fuggiti dalla Siria e siamo arrivati in Libia nel 2012. Ho lavorato nel settore delle costruzioni in Siria e in Libia ho continuato. Ma presto in questo Paese tutto e' diventato caotico. In Libia non e' piu' possibile accedere agli ospedali e ai servizi, non c'e' piu' l'economia, non ci sono piu' soldi, ne' lavoro. Tutto ormai ruota intorno al racket e al traffico di esseri umani: a seconda della tua nazionalita' ti viene chiesta una certa somma di denaro". "In Libia, se vedono siriani dicono 'dammi i soldi'.
E' uguale per tutti gli stranieri, se non sei libico non sei niente. Non ho avuto altra scelta: il mio passaporto era scaduto, era il mare o la morte", ha continuato il testimone siriano che ha detto che la barca e' partita da Garabulli, a Est di Tripoli, e che desidera chiedere asilo in Germania, dove si trova una parte della sua famiglia, "abbiamo tentato la traversata tre volte. Ma la prima volta la barca e' quasi affondata, la seconda volta il tempo era troppo brutto e dei pescatori ci hanno consigliato di tornare sulla costa altrimenti saremmo morti in mare, la terza volta era questa". "Di fronte all'assenza di un adeguato dispositivo di salvataggio istituzionale, continueremo la nostra missione in mare durante tutto l'inverno, per il secondo anno consecutivo. Le diverse operazioni di salvataggio effettuate dalla Aquarius in queste ultime ore - per Valeria Calandra, presidente di Sos Mediterranee Italia - su una vasta area marittima dimostrano che la crisi umanitaria nel Mediterraneo centrale continua o addirittura peggiora. Gli uomini, le donne e specialmente i tanti bambini salvati in mare scappano dal caos e dal clima di insicurezza e di violenza generalizzata in Libia. In mancanza di un'alternativa sicura, non hanno altra scelta che tentare la traversata del tratto di mare piu' mortale al mondo".