Ilva Taranto, lunedì il terzo sciopero in cinque mesi contro gli esuberi
Gli scioperi si ripetono all'Ilva di Taranto e negli altri stabilimenti del gruppo siderurgico, ora in amministrazione straordinaria ma in procinto di passare alla nuova societa' Am Investco Italy, formata da Arcelor Mittal e Marcegaglia. Ci saranno 24 ore di sciopero lunedi' prossimo, in concomitanza con l'avvio della trattativa sull'occupazione al Mise, ma scioperi ci furono a Taranto anche l'1 giugno e il 20 luglio scorsi. Tre proteste, dunque, nell'arco di cinque mesi. Il primo giugno ci furono quattro ore di astensione dal lavoro. Era il giorno in cui al Mise i commissari dell'Ilva Gnudi, Laghi e Carrubba presentavano i piani delle due cordate in gara, Arcelor Mittal e Marcegaglia da un lato e Acciaitalia con Cassa Depositi e Prestiti, Jindal, Arvedi e Del Vecchio dall'altra. Entrambe le proposte presupponevano circa 4.000 esuberi a testa su un organico di 14.200 unita' circa: gli stessi esuberi di oggi. Alla fine del percorso di ristrutturazione e risanamento, nel 2023, i numeri occupazionali finali di Jindal e soci erano leggermente migliori di quelli di Arcelor Mittal, che pero' partiva meglio, nel 2018, rispetto al concorrente, ma nelle due proposte pesava, e non poco, l'aspetto retributivo medio: 42.000 euro di retribuzione nella proposta di Acciaitalia, 50.000 in quella di Am Investco. Il prosieguo della trattativa porto' poi i commissari ad assegnare l'Ilva ad Am Investco, la cui offerta fu complessivamente ritenuta migliore.
La nuova societa' ha incontrato per la prima volta al Mise i sindacati lo scorso 20 luglio. Fu solo un incontro di avvio, con l'impegno di rivedersi a meta' settembre, ma poi questa data e' saltata e riprogrammata per il 9 ottobre, eppure anche allora ci fu uno sciopero: otto ore di stop a Taranto, tra primo e secondo turno. E adesso sciopero, ma per 24 ore, ci sara' amche dopodomani. Si contestano fortemente gli esuberi, 4.000 nel gruppo, 3.331 solo a Taranto, dicono i sindacati, ma soprattutto le modalita' di riassunzione proposte da Am Investco: chiusura del rapporto di lavoro in essere con Ilva e apertura di una nuova posizione, azzeramento di contenziosi in corso. Oggi a Taranto i sindacati metalmeccanici terranno una conferenza stampa per ribadire il loro no. E dice no anche il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci del Pd. Tra l'altro il dissenso sulla proposta occupazionale di Am Investco si incrocia con quello, altrettanto forte, espresso sul piano ambientale presentato dalla nuova societa'. Il ministero dell'Ambiente lo ha validato, il Governo l'ha approvato la scorsa settimana con un Dpcm che e' gia' in Gazzetta Ufficiale, ma a Taranto sindacati, istituzioni locali e associazioni ambientaliste ritengono quel piano lacunoso e diluito nei tempi di attuazione degli interventi. E critici sono pure Regione Puglia e Arpa Puglia.
Tornando invece agli esuberi dell'Ilva, la "comunicazione ricevuta da parte di Am Investco per i sindacati dei lavoratori elettrici Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil e Ugl Chimici, e' ritenuta "inaccettabile" perche' si "determina una riduzione sostanziale di organici" "Cio? - dicono i sindacati degli elettrici -, prima ancora di realizzare un qualsiasi confronto che entri nel merito e dal quale certamente non potrebbe mai risultare alcun esubero in una realta?, in cui, da tempo le organizzazioni sindacali e le rsu lamentano esiguita' di risorse e carichi di lavoro ormai insopportabili. Inoltre, si evidenzia l'aggravante che da parte della nuova societa? si comunica gia' il cambio di contratto di lavoro senza alcuna logica di natura merceologica, atteso che la centrale produce e distribuisce energia elettrica". "Il sindacato elettrico in questi anni - si sostiene - grazie alla tipologia contrattuale e al sistema di relazioni industriali di settore, ha garantito una concreta pace sociale della quale hanno beneficiato lavoratori e azienda". "E' opportuno ricordare, inoltre - si dice ancora nella nota - che Taranto Energia rappresenta, per il fine produttivo al quale risponde, una realta? strategica per lo stabilimento siderurgico e per gli aspetti ambientali". I sindacati degli elettrici, che si riferiscono a Taranto Energia, la societa' dell'Ilva che gestisce le centrali, anch'essa coinvolta nel riassetto, chiedono quindi "il ritiro di tali proposte irricevibili ed una trattativa specifica e approfondita nel merito delle questioni. In mancanza di risposte coerenti - si annuncia infine - purtroppo si sara' costretti a mettere in atto tutte le azioni di lotta possibili".