Catania, picchiavano e stupravano i migranti: quattro arresti
Nella notte dello scorso 29 settembre la Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha coordinato le attività svolte dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza che hanno posto in stato di fermo di indiziato di delitto El Mgaryef Nasereddin, 40 anni, Aassal Mostapha, di 30, Alajnaf Mftah, di 27 e Taoussy Kacem, di 41, in quanto gravemente indiziati dei reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, a seguito dell’arrivo della nave Vos Hestia della Ong Save the Children, alle 8 circa, al porto di Catania con a bordo 768 migranti di varie nazionalità, soccorsi il 26 settembre scorso. Gli uomini sono stati individuati quali organizzatori del viaggio e conducenti di un gommone su cui viaggiavano 116 migranti. Nell’ambito delle indagini avviate, sotto il coordinamento della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, da personale della Squadra Mobile - Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione - e da militari del locale Comando Provinciale della Guardia di Finanza, dalle dichiarazioni rese da alcuni testimoni è emerso che gli indagati avrebbero collaborato con i trafficanti libici, svolgendo attività di sorveglianza e controllo dei migranti durante la loro permanenza nella connection house in Libia. In particolare, alcuni testimoni hanno dichiarato di essere stati ripetutamente picchiati dai loro controllori con tubi di ferro o di gomma utilizzati per l’irrigazione e con bastoni, anche senza alcun apparente motivo. Una donna africana ha raccontato che la prima volta che ha visto El Mgaryef Nasereddin era armato di kalashnikov e l’uomo avrebbe esploso dei colpi alle gambe di due migranti che poco prima, di nascosto, avevano sottratto del cibo ai libici; successivamente lo avrebbe rivisto in una seconda casa di detenzione, mentre entrava nelle stanze e calpestava volutamente coloro che dormivano a terra. Un’altra donna, anch’essa africana, ha riferito di avere subito abusi sessuali da parte di El Mgaryef, il quale, per raggiungere il suo turpe scopo, le avrebbe puntato l’arma alla tempia. Le testimonianze si sono rivelate preziose per la ricostruzione dei fatti ed il ruolo assunto dai quattro soggetti fermati. Espletate le formalità di rito, i fermati sono stati associati presso la Casa Circondariale di Catania “Piazza Lanza” a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il gip ha convalidato i fermi ed ha emesso nei confronti di tutti e quattro gli indagati la misura cautelare della custodia in carcere, per entrambi i reati per il primo degli indagati e per il reato di agevolazione dell’immigrazione clandestina per gli altri tre.