Violenze sul voto in Catalogna: quasi mille feriti
Salgono a 844 i feriti per le cariche della polizia in Catalogna. Lo riferisce il governo catalano. Il ministero degli Interni spagnolo afferma invece che 33 sono gli agenti feriti, 19 tra le file della polizia, 14 della Guardia Civil
Un'ondata di violenza a senso unico ha attraversato oggi la Catalogna, nel giorno che doveva essere nelle intenzioni del governo di Barcellona quello di una "gioiosa" celebrazione elettorale. E' stata una giornata da incubo. La polizia spagnola è intervenuta con la forza in centinaia di seggi elettorali per impedire lo svolgimento del referendum di indipendenza catalano. La mossa di Madrid non ha permesso di impedire il voto, come aveva promesso il premier spagnolo Mariano Rajoy, che aveva dichiarato "illegale" il referendum. La maggior parte degli oltre 6mila seggi, dove erano chiamati al voto 5,3 milioni di catalani, ha potuto aprire. Migliaia di persone hanno fatto la coda tutto il giorno davanti ai seggi. Ma la polizia spagnola ha potuto sequestrare molte urne.
"Oggi non c'è stato alcun referendum, è chiaro a tutti": così il premier spagnolo Mariano Rajoy in diretta tv. "Il nostro stato di diritto mantiene la sua forza e resta in vigore, reagisce di fronte a chi vuole sovvertirlo", ha aggiunto. "Ringrazio le forze di sicurezza dello Stato che hanno tenuto fede agli obblighi e rispettato il mandato della Giustizia davanti ad un attacco così grave alla nostra legalità". Così il premier spagnolo Mariano Rajoy in diretta tv dopo il voto in Catalogna. Il referendum in Catalogna "è stato un ricatto di pochi": così il premier spagnolo Mariano Rajoy. "La maggioranza del popolo catalano non ha partecipato alla sceneggiata degli indipendentisti", ha aggiunto. "Queste persone hanno dato prova di senso civico e grande rispetto per i principi che sono alla base della nostra convivenza: oggi abbiamo constatato la forza della democrazia spagnola", ha aggiunto. Il referendum in Catalogna "è stato una sceneggiata" degli indipendentisti. La maggioranza della popolazione non ha partecipato e "ha rispettato la legge senza rumore. Hanno ignorato la consultazione e si sono messi dalla parte della democrazia e della Costituzione". Così il premier spagnolo Mariano Rajoy in diretta tv
E ha inoltre tagliato i collegamenti internet a più seggi. Il 'govern' prevede comunque "milioni" di voti. Il conteggio si annuncia difficile e lungo. Le cariche degli agenti in tenuta anti-sommossa che hanno usato contro civili riuniti pacificamente a difesa dei seggi manganelli, pallottole di gomma, lacrimogeni, hanno fatto almeno 460 feriti. Alcuni, secondo il governo catalano, gravi. Le immagini della violenza degli agenti spagnoli, dei volti insanguinati dei civili, di anziani colpiti dai manganelli, hanno fatto il giro del mondo provocando incredulità e condanne.
La violenza della reazione spagnola ha sorpreso perfino i dirigenti catalani, impegnati da mesi in un durissimo braccio di ferro con Madrid. "E' una vergogna che accompagnerà per sempre l'immagine dello Stato spagnolo", ha tuonato il presidente catalano Carles Puigdemont. "Dai tempi del franchismo non si vedeva una tale violenza di stato", ha accusato il portavoce del governo Jordi Turull, minacciando di portare Madrid "davanti ai tribunali internazionali". "Oggi la Spagna ha perso la Catalogna", ha sentenziato l'ex presidente Artur Mas. Il governo spagnolo invece ha definito "esemplare" l'operato della polizia in difesa dello stato: "Hanno agito in forma professionale e proporzionale", ha detto la vicepremier Soraya de Santamaria. "Abbiamo dovuto fare quello che non volevamo", ha aggiunto il prefetto in Catalogna Enric Millò.
"Quando in Spagna non si votava c'era il franchismo: io sono orgoglioso di essere catalano". Lo ha detto Gerard Piquè, difensore del Barcellona, dopo la partita a porte chiuse vinta col Las Palmas, parlando in lacrime delle tensioni per il voto sull'indipendenza della Catalogna. "Il Pp e il capo del governo Mariano Rajoy mentono, dicono che siamo una minoranza ma siamo milioni. In sette anni mai una forzatura, mai una violenza. Ma quale sia il suo livello si vede, va in giro per il mondo e non sa neanche l'inglese..."
Ci sarà uno sciopero generale in Catalogna martedì per denunciare la repressione dello stato spagnolo. Lo ha annunciato questa sera in Plaza Catalunya Jordi Cuixart, presidente di Omnium, con l'Anc una delle due grandi organizzazioni della società civile indipendentista.