Corruzione a Palermo, altre accuse per l'ex assessore Cascio
La prima sezione della Corte d'appello di Palermo ha rinviato al 6 ottobre il processo contro Francesco Cascio, ex presidente dell'Assemblea regionale siciliana, imputato di corruzione e condannato in primo grado a due anni e otto mesi. All'udienza di oggi il procuratore generale Emanuele Ravaglioli ha depositato i verbali di due imprenditori, Giuseppe e Gianluigi Lapis, padre e figlio, che accusano Cascio di avere ottenuto favori, un terreno e altri regali in cambio della facilitazione di un finanziamento destinato a un golf club della catena montuosa delle Madonie, in provincia di Palermo, in territorio del comune di Collesano. Nelle loro dichiarazioni i due Lapis, a loro volta indagati per bancarotta fraudolenta, parlano della intermediazione dell'ex direttore di Confindustria Palermo, che avrebbe messo in contatto i due con Cascio, allo scopo di tenere buono l'esponente politico, oggi in Alleanza Popolare e all'epoca (2001-2002) assessore regionale al turismo. Fra le altre cose Cascio avrebbe ottenuto gratuitamente lezioni di golf e la iscrizione al Club del resort gestito dai Lapis. I difensori dell'imputato, gli avvocati Nino Caleca e Enrico Sanseverino, hanno chiesto di poter leggere i verbali, gia' depositati in un altro processo contro due coimputati di Cascio, e il collegio presieduto da Adriana Piras ha dato loro un termine di circa 3 settimane. Anche senza le dichiarazioni dei due imprenditori, che fino a quel momento si erano avvalsi della facolta' di non rispondere, il giudice di primo grado, che aveva deciso col rito abbreviato, aveva condannato severamente Cascio, ritenendo che ci fosse stato un patto tra lui e i titolari del Golf Club.