Accusato di violenza, assolto a Sciacca il direttore di Greenpeace
Il tribunale di Sciacca ha assolto ieri con formula piena perché il fatto non sussiste il direttore delle campagne di Greenpeace Italia, Alessandro Giannì, dall’inverosimile accusa di “violenza privata”. Secondo alcuni pescatori di Sciacca, protestare in modo pacifico, senza peraltro interferire con le attività di pesca, sarebbe un atto violento. L’accusa in questione era rivolta peraltro a una persona che accompagnava giornalisti e foto/video operatori, senza prendere parte attiva alla protesta.
La protesta si tenne il 29 aprile 2013 nello Stretto di Sicilia per denunciare la pericolosità per le risorse ittiche della pesca con le “volanti a coppia”, autorizzate prima con una “licenza sperimentale” che non ha mai prodotto un solo dato “scientifico” e poi con provvedimenti semestrali che vengono ancora rinnovati nonostante le popolazioni di sardine e acciughe dello Stretto siano prossime al collasso. “I pescatori dovrebbero riflettere ora su chi continua a permettere, per interessi economici o elettorali, la distruzione delle risorse del mare” afferma Alessandro Giannì. “La pesca al pesce azzurro nello Stretto di Sicilia è al collasso e rischiamo di dover demolire metà della flotta per le scelte dissennate degli ultimi anni”.
Secondo gli ultimi documenti del Comitato Scientifico, Tecnico ed Economico per la Pesca dell’Unione Europea, la pesca delle acciughe nello Stretto di Sicilia dovrebbe essere ridotta di oltre la metà (da circa 3.000 tonnellate a meno di 1.500 tonnellate l’anno), mentre quella delle sardine è stata formalmente valutata come “eccessiva”. Il Comitato ha già chiesto di applicare quote di pesca per queste due specie e gli impatti sull’occupazione del settore rischiano di essere notevoli, anche e soprattutto a causa della dissennata gestione del sistema negli ultimi decenni.
Greenpeace ha partecipato a un “Tavolo di consultazione” al Ministero delle Politiche Agricole (Direzione Generale Pesca e Acquacultura) dove ha presentato proposte concrete per un Piano di Gestione temporaneo che cerchi di limitare lo sfascio del settore. Tra le misure proposte da Greenpeace, il blocco di ogni tipo di pesca al pesce azzurro nei mesi invernali (quando si pescano solo esemplari giovani) e un serio piano di monitoraggio della pesca a volante che chiarisca i volumi di scarto e il deprezzamento delle catture.
Quel “Tavolo di consultazione” non si riunisce da mesi e le licenze della “volante a coppia” continuano a essere rinnovate: non ci risulta sia stato adottato piano di gestione a tutela delle risorse. Nel frattempo, il Ministero delle Politiche Agricole ha attivato un altro “Tavolo di consultazione permanente della pesca e dell’acquacoltura” cui le associazioni ambientaliste non sono state nemmeno invitate.