Università: l'Italia perde la maglia nera per i laureati, ma restano pochi
L'Italia ha perso la maglia nera in Europa per il numero di laureati, ma nelle statistiche resta comunque tra i Paesi con la percentuale piu' bassa di giovani che completano gli studi universitari. Peggio, per il numero di titoli di studio superiori, fa solo la Romania. Il Belpaese resta anche agli ultimi posti nell'Ue per quanto riguarda il contrasto alla dispersione scolastica. L'Italia e' la quinta nazione europea per numero di abbandoni precoci. Sono alcuni dei dati dell'Eurostat, emersi nel corso del convegno "Donne Forti per una Europa Forte - Road Map Europea dell'agenda 2030", organizzato a Palermo dalla della fondazione "Friedrich-Ebert", che celebra quest'anno la decennale collaborazione tra i democratici europei di Italia, Germania, Austria e Svizzera e ha scelto Palermo come citta' designata capitale italiana della Cultura nel 2018, per discuterne, dedicando un focus specifico sulle questioni di genere, relativamente ai settori della formazione e dell'accesso nel mercato del lavoro della donne, in Italia e nell'Ue.
Secondo i dati dell'ufficio statistico dell'Ue, la percentuale di persone tra i 30 e i 34 anni e' in possesso di una laurea dal 2002 e' aumentata in tutti i Paesi dell'Ue, Italia inclusa. Quindici anni fa in Italia i trentenni laureati erano il 13,1%, oggi sono il doppio (26,2%). Un dato che supera l'obiettivo nazionale del 26% ma che resta tuttavia lontano dal 40% fissato per la media dei Paesi dell'Unione europea entro il 2020. In cima alla classifica dei Paesi con piu' laureati nell'Ue ci sono invece la Lituania, con un 58,7% in possesso di un titolo superiore, il Lussemburgo (54,6%) e Cipro (53,4%). In linea con quasi tutti gli altri Paesi europei, esclusa la Germania, anche in Italia sono le donne a laurearsi in proporzione maggiore rispetto agli uomini, con una quota del 32,5% contro il 19,9%.
Nonostante un netto miglioramento negli ultimi dieci anni, resta tra i peggiori dell'Unione europea anche il dato della dispersione scolastica in Italia. Nel 2006 erano il 20,4%, secondo i dati del 2016 sono scesi a circa il 14% i ragazzi tra i 18 e i 24 anni che hanno lasciato la scuola prima di avere raggiunto un diploma secondario. L'Italia anche in questo caso ha superato il suo obiettivo nazionale, posto al 16%, ma resta lontana dall'obiettivo della media europea, fissato al 10%. Peggio di noi fanno solo Portogallo, Romania, Spagna e Malta, mentre i Paesi piu' virtuosi sono Croazia, Lituania e Slovenia, tutti con tassi di abbandono sotto il 5%. Anche per quanto riguarda questo parametro, restano marcate le differenze tra maschi e femmine: per i primi il dato dell'abbandono e' del 16,1%, contro un abbandono femminile dell'11,3%.