Siracusa, Ortigia sostenibile: "No a un Solraium comunale a Calarossa"
"Presto Ortigia avrà il suo quinto solarium a mare, nella spiaggetta di Calarossa, finora liberamente e civilmente fruita da tutti, e proprio per questo amata da turisti e residenti.
Il solarium, come quasi tutti gli altri, sarà ovviamente un pretesto". Così, ina una nota, il comitato Ortigia sostenibile.
"A nulla servirebbe - si legge - chiedere di limitare le emissioni sonore alle ore diurne – se così fosse sarebbe accettabile – perché il vero scopo è costruire un’altra pedana a mare, (lunga 35 metri) per poi alzare il volume degli amplificatori fino a notte inoltrata. Inevitabili saranno i litigi con i residenti, con i turisti ospiti degli alberghi che insistono sul quel tratto del Lungomare di Levante, con i gestori di altre attività commerciali, e aumenteranno le richieste di intervento alle forze dell’ ordine con tutte le tensioni sociali che già conosciamo.
Ma la notizia vera è che, a chiedere la concessione per questo nuovo espediente il cui obiettivo è un ulteriore spazio dove organizzare “intrattenimenti musicali notturni” – questa la denominazione nel progetto - è questa volta il Comune".
"Si tratta infatti - continua la nota - di un progetto del Comune di Siracusa, e non di un privato, anche se è al privato che verrà affidata la gestione della struttura; insomma, la “volontà politica” di questa operazione è del Comune, ed è chiarissima. Dunque, se qualcuno ancora sperava o si illudeva di avere nel Comune un argine contro la trasformazione di Ortigia in Luna Park, dovrà ricredersi. E tuttavia chiediamo ancora una volta ai nostri amministratori di fermarsi. Chiediamo al sindaco Giancarlo Garozzo che sia garante di tutti, che si adoperi per mitigare i problemi già emersi per l’uso incontrollato del territorio, rinunciando ad iniziative che non faranno che innescare ulteriori tensioni sociali. E chiediamo al vice sindaco Francesco Italia e all’assessore Gianluca Scrofani di essere coerenti con la volontà da loro altre volte manifestata di frenare, e non alimentare il dilagare di attività che compromettono la stessa vita dei turisti nel nostro centro storico".